sabato 28 gennaio 2012

Riguardo l'Acqua Pubblica, l'Umbria faccia come Napoli




Sabato 28 gennaio Luigi De Magistris ha convocato a Napoli il “Forum dei Comuni per i beni comuni”, l’assemblea costituente della rete degli amministratori locali per i beni comuni. Beni comuni intesi come patrimonio della collettività e che sono al tempo stesso fondamento irrinunciabile dei diritti e fulcro della democrazia partecipativa.
I 27 milioni di italiani hanno dato alla politica un mandato chiaro ed ineludibile: garantire la partecipazione dal basso alle decisioni e difendere la pubblicità dei beni e dei servizi comuni dalla speculazione del mercato. Da Napoli parte quindi il tentativo di catalizzare una azione di rinnovamento che vede al centro la cogente questione dell’acqua e del rispetto dei risultati referendari. I sindaci ed i comuni italiani non possono continuare a far finta di nulla e devono per primi farsi interpreti del volere popolare anche alla luce delle nuove forme organizzate di mobilitazione e della campagna di “obbedienza civile” promossa dal movimento e dalle associazioni. In Umbria è opportuno dare seguito alle determinazioni referendarie e le amministrazioni pubbliche, anche attraverso i propri rappresentanti anche nelle società partecipate, devono immediatamente presentare piani sostenibili di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Diritti, Beni Comuni e Democrazia non possono continuare ad essere etichette propagandistiche né rimanere vuoti contenitori ideologici. Urge, senza ulteriori reticenze, giungere a determinazioni legislative che pongano, a tutti i livelli, la partecipazione dei cittadini al centro di un sistema nuovo disegnato per garantire i Diritti, salvaguardare i Beni e tutelare la Democrazia.
Claudio Santi – Dipartimento Ambiente Acqua Energia e Rifiuti - Idv Umbria
Matteo Minelli - Coordinatore regionale giovani Idv Umbria

venerdì 27 gennaio 2012

Solidali con la Manifestazione degli Studenti




“Non possiamo che essere solidali con gli studenti che oggi manifesteranno in difesa della scuola pubblica davanti al rettorato al momento dell’inaugurazione dell’anno accademico – questo il commento dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria alla notizia del sit-in organizzato in occasione dell’arrivo del ministro Profumo. Sarebbe auspicabile – continuano – che in questa circostanza il ministro delineasse con chiarezza quali misure concrete vuole mettere in campo per rilanciare il mondo dell’università e della ricerca. Per ora le dichiarazioni del governo sulla materia sono state sporadiche e piuttosto disorganiche, talvolta totalmente fuori luogo: basti pensare alle recenti esternazioni del sottosegretario Martone. Ci auguriamo – incalzano i giovani dell’IdV – che l’attuale esecutivo apporti modifiche sostanziali alla riforma Gelmini, predisponendo un tavolo di discussione con gli studenti e il corpo docente, ridando quindi il giusto spazio alle componenti che fin ora sono state messe in disparte. Attendiamo infine dal ministro e soprattutto dal rettore Bistoni delle chiare prese di posizione in merito alla grave situazione del nostro ateneo, in cui ad un inarrestabile calo degli iscritti si è accompagnata, dopo l’approvazione del nuovo statuto, una forte restrizione dello spazio di rappresentanza democratica per gli studenti.”

mercoledì 25 gennaio 2012

Le Unioni Civili

Credo sia sconcertante che nel 2012 Dopo Cristo vi sia ancora chi ritenga di doversi ergere contro uno dei simboli del progresso culturale e civile in Italia e in Umbria. Il dibattito che ormai da decenni anima il territorio nazionale sull’argomento delle Unioni civili ha storicamente visto l’ Umbria come una delle Regioni all’ avanguardia nel dare segnali volti ad adeguare la legislazione italiana a quelle di altri paesi europei, si pensi alla Francia, al Regno Unito, alla Germania, in questo momento più rispettose, ad esempio, dell’ Articolo 9 della carta dei diritti dell’ Unione europea che sancisce come diritto fondamentale della persona quello di “costituire una famiglia”. Lo Statuto umbro, approvato nel Settembre del 2004, è uno degli statuti regionali più esplicitamente favorevoli alle Unioni Civili, in quanto riconosce “i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’ adempimento dei compiti che la Costituzione le affida” mentre nel contempo “tutelà altresì forme di convivenza”. Ecco perché colpisce che proprio in Umbria, e per giunta nel Comune di Gubbio, cittadina negli ultimi decenni foriera di spunti di rinnovamento politico e culturale non trascurabili, il Consiglio comunale approvi un provvedimento come detto sconcertante con cui si abolisce il Registro comunale delle coppie di fatto. Lo sconcerto diventa imbarazzo e profonda amarezza quando si considera che la maggioranza che delibera in tal senso è una maggioranza che prevede Consiglieri eletti nelle fila del Centrosinistra che, ignorando persino autorevolissimi e recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale di impostazione radicalmente opposta, quali ad esempio la sentenza 138/2010, si muove nella stessa direzione a suo tempo intrapresa dal penultimo Governo Berlusconi che vide però ovviamente respinta dalla Corte Costituzionale l’ impugnazione dello Statuto dell’ Umbria.
Molto bene pertanto la posizione assunta in Consiglio dal Consigliere dell’ Italia dei Valori Cappannelli e dagli altri Consiglieri che hanno ritenuto opportuno lottare contro un provvedimento tristemente sbagliato e rispetto al quale è necessario che i Partiti del Centrosinistra eugubino, e non solo, si interroghino e valutino il da farsi.

Massimiliano Gestroemi

foto da qui

martedì 24 gennaio 2012

Ferma condanna degli atti violenti, ma resta grave l’atteggiamento del CDA di Umbra Acque.




Condanniamo fermamente ogni tipo di violenza verso cose o persone”. Con queste parole i giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano gli episodi di aggressione avvenuti la scorsa settimana nelle sedi di Umbra Acque di Perugia e Città di Castello. “Questi atti non sono giustificabili in ogni caso, in particolar modo quando vengono diretti contro innocenti dipendenti dell’ente, a cui va tutta la nostra solidarietà. Le aggressioni al tempo stesso non possono essere sottovalutate poiché rappresentano il sintomo di un fortissimo malessere diffuso in tutta l’utenza. L’aumento delle tariffe, le denunce di non conformità per gli scarichi, l’ipotesi forse abortita di introdurre una specifica tassa sui pozzi, le illegali cauzioni e soprattutto il supponente diniego di rispettare l’esito referendario, non possono che causare sgomento e irritazione in tutti i consumatori. Irritazione motivata se si pensa che il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, che dovrebbe rappresentare la parte pubblica della gestione e quindi i cittadini, tutela gli interessi e il profitto di ACEA, ovvero il socio semiprivato, e si oppone strenuamente alla ripubblicizzazione del servizio. Insomma i cosiddetti rappresentanti del popolo, si oppongono al rispetto della volontà popolare. Anche pochi giorni fa per bocca del nostro presidente Antonio Di Pietro – concludono i giovani idv- il nostro partito ha dichiarato che difenderà l’esito referendario e l’acqua pubblica dentro e fuori dal parlamento con ogni mezzo possibile. Per questo continuiamo ad essere pronti a sostenere ogni iniziativa volta a modificare nella direzione indicata dalla volontà popolare la gestione del servizio idrico regionale.



martedì 10 gennaio 2012

Ancora Contro il biglietto piu' caro d'Italia



“L'indagine combinata Asstra e Isfort conferma che il biglietto unico perugino è il più caro d’Italia. A fronte di questo esborso si registra l'ennesima riduzione delle corse e della lunghezza dei tragitti. E' ovvio che si sta sbagliando su tutti i fronti”. 
I giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano aspramente la diffusione degli ultimi dati che attestano Perugia come città più cara per il trasporto pubblico. “Da mesi denunciamo la miope gestione della mobilità del capoluogo. Biglietti e abbonamenti troppo esosi, corse tagliate, assenza di specifici servizi per la popolazione universitaria costituiscono un disincentivo fortissimo all’utilizzo dei mezzi pubblici. La politica del Comune si dimostra fallimentare, come peraltro ammette lo stesso assessore Ciccone, il quale ammette che l’innalzamento delle prezzi non ha provocato nuovi ricavi ma una perdita dei passeggeri.
Siamo consapevoli - proseguono i giovani dell’Idv- dei tagli inflitti dal passato governo agli enti locali, tuttavia crediamo che sarebbe stato opportuno affrontare un tema delicato come quello del trasporto con maggiore oculatezza. Abolire da subito le corse inutili e aprire il minimetrò fino a orari notturni, almeno nel fine settimana, alzando il costo del biglietto a un massimo di un euro e trenta, ma estendendone nel contempo la durata a novanta minuti, anche in virtù del caro-benzina, avrebbe permesso di mantenere inalterato se non aumentato il numero degli utenti, a tutto vantaggio delle nostre tasche e dei nostri polmoni. Speriamo - concludono i giovani Idv - in un rapido cambio di strategia”.

domenica 1 gennaio 2012

Umbria Acque non puo' ignorare il volere dei cittadini




Quanto apprendiamo dalla stampa in merito al pesante indebitamento  di Umbra Acque è un segnale che ci preoccupa e che rafforza la convinzione con cui abbiamo da prima partecipato alla campagna referendaria e successivamente sostenuto l'azione dei movimenti e dei comitati nella campagna di obbedienza civile.
Urge, senza ulteriore esitazione, dare seguito a quanto 27 milioni di italiani hanno chiesto votando il referendum dello scorso giugno ribadendo la necessità di considerare l'acqua un bene pubblico che non deve rispondere alle logiche del profitto e del mercato. Non vorremmo che la presidenza di Umbra Acque, a fronte di un bilancio 2010 che si chiude comunque con un attivo superiore ai due milioni di euro, punti ad evidenziarne strumentalmente le voci di indebitamento allo scopo di imporre ai cittadini un ulteriore ed inaccettabile aumento della tariffa. Il carattere fallimentare della gestione è ampiamente documentato dalle oltre cinquanta denunce di non conformità per scarichi dei depuratori collezionate nel corso del 2011 e francamente crediamo che questo possa essere, da solo, sufficiente a suggerire al gestore di venire a più miti consigli.
I cittadini  umbri, costretti, come tutti gli italiani, ad accollarsi le spese dei disastri provocati dal malgoverno Berlusconi non possono sostenere anche i costi degli errori di chi doveva gestire correttamente un bene pubblico e non per farne esclusivamente un profitto.
Umbra Acque sostiene che se, come ha deciso il referendum, si togliesse dalle bollette dell’acqua il 7% corrispondente alla remunerazione del capitale investito, ciò “avrebbe effetti potenzialmente dirompenti sull’equilibrio economico-finanziario del Piano e del gestore. Il C.d.A. sarebbe chiamato a valutare la necessità di scelte drastiche e dolorose (blocco degli investimenti, riduzione del personale, etc..)”  Ci sembra francamente un ricatto improponibile e ci auguriamo rimangano voci senza conferma.  Inoltre, non solo Umbra Acque non vuole ridurre le tariffe, accettando l’esito referendario, ma si propone di fronteggiare la propria situazione di emergenza debitoria rincarando di un ulteriore cinque percento la tariffa e facendo quindi pagare agli utenti i risultati della sua cattiva gestione.
L'Italia dei Valori agirà attraverso gli organismi opportuni  in coerenza alle posizioni più volte espresse a fianco dei cittadini e per la ripubblicizzazione del servizio idrico, un percorso che inizia già a vantare alcuni esempi virtuosi sul territorio nazionale, esempi che forse sarebbe opportuno analizzare ed attuare anche nella nostra regione.


Claudio Santi, Responsabile Dipartimento Ambiente, Acqua, Energia, Rifiuti  
Giorgio Foresti, Responsabile rapporti con i Comitati e le Associazioni  
Matteo Minelli, Coordinatore Dipartimento Giovani