“Come dice il rettore, l’Università deve aprire ai privati per superare la crisi. Se questo, però, significa chiudere il corso di legislazione antimafia per aprirne uno sugli animatori degli oratori non ci siamo”. I giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano con una punta di sarcasmo l’apertura di un corso post laurea in progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio.
Crediamo che il ruolo dell’università pubblica sia centrale e insostituibile, tuttavia comprendiamo la necessità, in alcuni settori e in periodi difficili come questo, di reperire finanziamenti esterni. Nondimeno avremmo sperato che i criteri alla base delle partnership fossero il mantenimento o l’apertura di corsi di laurea e master di livello culturale e scientifico indiscutibile e con un forte orientamento alla creazione di specifiche competenze, immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Il corso di cui stiamo parlando - proseguono i giovani dell’Italia dei Valori - a detta del suo illustre promotore, monsignor Renato Boccardo, delegato CEI in materia di pastorale giovanile, non tende a formare figure proofessionali bensì vuole essere un'esperienza di vita in conformità con i dettami della chiesa cattolica.
Non possiamo accettare una deriva confessionale da parte di istituzioni pubbliche che devono essere laiche per dettato costituzionale. Allo stesso tempo risulta insopportabile vedere chiudere i battenti di corsi come legislazione antimafia, fiore all’occhiello del nostro ateneo. Queste decisioni, dettate da interessi particolari e da presupposti ideologici, condivisi in larga misura anche dal nuovo governo, non hanno nulla a che vedere con le reali necessità dell'Università. E non saranno iniziative come queste a risolvere l’annoso problema del calo di studenti a Perugia, con tutte le conseguenze economiche e sociali annesse”.