venerdì 28 gennaio 2011

RIFLESSIONI A FREDDO SULLA VICENDA DI MIRAFIORI



Il 13 Gennaio si è celebrato il referendum sul nuovo contratto che andrà a regolare il ciclo di produzione nella fabbrica FIAT di Mirafiori: il SI ha prevalso di misura su quanti hanno votato NO rispettivamente con il 54.7% e il 45.3% dei voti espressi. I giorni precedenti la votazione del referendum sono stati infiammati da un’accesa campagna elettorale che, come tutte le campagne elettorali, si è svolta con l’utilizzo di slogan semplicistici che hanno non permettono un’analisi oggettiva di ciò che accade. Infatti da un lato i fautori del SI hanno argomentato che si trattava di un accordo innovativo che avrebbe “modernizzato” le relazioni industriali del nostro paese, dall’altro i sostenitori del NO hanno posto l’accento sulla riduzione dei diritti dei lavoratori, sull’aumento del carico di lavoro e sulla negazione della rappresentanza sindacale per le organizzazioni non firmatarie dell’accordo. Sintetizzando le ragioni della FIAT sono le seguenti: siamo un’impresa multinazionale operante in un contesto globale e che deve competere in un mercato fortemente competitivo per cui necessitiamo di condizioni favorevoli per effettuare gli investimenti. Condizioni che riscontriamo in altri paesi: in Serbia il nuovo stabilimento FIAT ha potuto fruire dei finanziamenti congiunti del governo locale e della BEI (Banca Europea degli Investimenti) mentre negli Stati Uniti al prestito elargito dallo Stato si è sommato l’impegno economico del sindacato statunitense reso possibile da un sistema differente dal nostro. Il nuovo contratto sottoposto a referendum è necessario per poter aumentare la produttività e la saturazione degli impianti produttivi. Risponde la FIOM: l’aumento della produttività non si realizza diminuendo i diritti dei lavoratori ma, al contrario, creando nuovi modelli e aumentando gli investimenti. In altre parole il peso della competizione internazionale non si può scaricare sugli operai che lavorano alla catena di montaggio e percepiscono uno stipendio tra i più bassi d’Europa, quasi la metà di un collega inglese, tedesco, o danese. Inoltre, argomenta sempre la FIOM, il referendum si svolge in un clima ricattatorio che non rende possibile agli operai esprimere liberamente la propria idea, pena la probabile perdita del posto di lavoro.

A livello emotivo non si può che essere dalla parte dei più deboli: gli operai che sono stati costretti dalla circostanze a votare un referendum che oggettivamente peggiora le loro condizioni di lavoro. Allo stesso tempo però credo sia importante analizzare quanto accaduto all’interno di un quadro complessivo più ampio. Il nostro paese negli ultimi 15 anni ha perso la capacità di produrre ricchezza che invece lo aveva caratterizzato nel periodo passato: cresciamo poco e lo facciamo meno di altri paesi. Il nostro reddito procapite negli anni ottanta era superiore alla media dei 15 paesi CEE mentre oggi è inferiore alla media dell’Unione Europea a 27 membri. C’è qualcosa che non va, evidentemente. Il problema credo possa individuato nell’età della nostra classe dirigente politica ed economica: il nostro è un paese di vecchi, gestito da vecchi che adotta politiche per i vecchi (evito accuratamente il politically correct: i vecchi sono vecchi e le prostitute sono prostitute). Ora questo realtà si riflette nella vita di ogni giorno: il precariato coinvolge quasi esclusivamente giovani e donne mentre gli ammortizzatori sociale beneficiano solamente coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato che, appunto, non sono giovani. L’elenco potrebbe continuare. Che fare allora? Bisogna cambiare il sistema. Primo punto, occorre una modifica radicale del sistema di welfare state: estensione universale del sussidio di disoccupazione, senza discriminare per tipologia contrattuale; introduzione di un salario minimo, eliminazione della miriade di contratti “flessibili” a favore di un contratto unico di primo impiego a tutele crescenti nel tempo. Tutto ciò da finanziarsi con lotta all’evasione, l’aumento delle aliquote impositive sulle rendite finanziare che oggi sono al 12% e l’abolizione degli attuali strumenti quali cassa integrazione e cassa integrazione in deroga. Inoltre si dovrebbero prevedere misure di sostegno per l’aggregazione delle piccole e medie imprese e finanziamenti rivolti ai tanti giovani che hanno idee valide ma non i capitali necessarie per realizzarle. Quanto accaduto a Mirafiori e a Pomigliano prima deve farci prendere coscienza che il mondo è cambiato e che se vogliamo mantenere il tenore di vita dei nostri padri il nostro paese deve riprendere a crescere recuperando il terreno perduto.

L’Italia ha enormi potenzialità dobbiamo impegnarci per cambiarlo in meglio perché all’estero il nostro paese non può più essere Berlusconi e Bunga Bunga ma tornare a rappresentare la cultura, l’arte, la bellezza e la qualità.


Alex Paiella

giovedì 27 gennaio 2011

I Giovani IdV Umbria domani con la Fiom


“I giovani dell'Idv sfileranno al fianco della Fiom in nome del principio costituzionale che attribuisce al lavoro un valore fondante della Repubblica e dell'individuo stesso. Non c'è merce o accordo aziendale che possano essere barattati con la dignità del lavoratore. Lo sappiamo bene noi ultimi arrivati, che da anni scontiamo una quotidiana 'Mirafiori under 30', caratterizzata da contratti umilianti, lontani anni luce da una normale prospettiva di vita. Che questo sciopero sia un punto di partenza, una risposta decisa a un mondo adulto, capace di propinarci solo prostituzione, di qualunque ordine e grado”.

Il comunicato stampa è stato pubblicato anche da UmbriaLeft

mercoledì 19 gennaio 2011

Università di Perugia: i Giovani IdV criticano la nomina del Consiglio


“Li allevano fin da piccoli. Arraffano tutto allo stesso modo dei loro padri politici”. Dal Dipartimento giovani dell'Italia dei Valori arrivano sferzate contro la maggioranza di centrodestra che nel Consiglio degli studenti dell'Ateneo perugino ha fatto man bassa di cariche. “Al termine della seconda seduta del consiglio – denunciano i giovani dell'Idv – l'insieme di liste di centrodestra (Universitas, Alleanza universitaria, Idee in movimento, Rinascita universitaria) costituite da 16 elementi, senza operare alcuna mediazione con la minoranza (Udu e Universitari progressisti), ha imposto l'elezione dei suoi membri in tutti i ruoli chiave per la gestione dell'assemblea. Gli emuli del vecchio satiro si sono aggiudicati Presidenza, Vicepresidenza vicaria e perfino entrambi i segretari. In quest'ultimo caso, addirittura, la maggioranza ha proseguito lo svolgimento della seduta nonostante non vi fosse più il numero legale, dato l'abbandono da parte dei rappresentanti di minoranza, in aperto contrasto con il regolamento. Noi giovani dell'Italia dei Valori stiamo al fianco di coloro che combattono per la democrazia e contro chi, emulando i propri padri politici, ogni giorno svuota di significato gli organi di rappresentanza praticando una violenza senza limiti nei confronti delle nostre istituzioni.

Dipartimento giovani Idv Umbria

il nostro comunicato stampa è stato pubblicato anche da Umbria Left

venerdì 14 gennaio 2011

Emendamenti al DAP - IdV Umbria


L’Italia dei Valori dell’Umbria in questi giorni ha espresso pubblicamente e in molteplici occasioni il proprio dissenso nei confronti del DAP( Documento Annuale di Programmazione), tanto nel metodo con il quale esso è stato licenziato dalla Giunta (senza alcuna preliminare riunione di maggioranza), quanto nel merito di alcune sue parti. Come Dipartimento Giovani, abbiamo partecipato al dibattito interno su tale questione, condividendo pienamente la posizione critica assunta dal nostro partito nei confronti di questo documento , nel quale sono riportate le linee guida per il governo della regione Umbria. Il DAP mentre da un lato risulta ricco di contraddizioni e ricolmo di schemi tradizionali di gestione, ormai obsoleti, dall’altro ci appare privo di alcuni passaggi fondamentali e innovativi in tema di ambiente , sanità, infrastrutture, politiche del lavoro. Per tali motivi stamani i nostri consiglieri regionali, Dottorini e Brutti, hanno presentato in una conferenza stampa a palazzo Cesaroni, le proposte di modifica, sotto forma di emendamenti, elaborate dai dipartimenti tematici dell’IdV dell’Umbria. Queste le principali modifiche richieste:

  1. Ambiente e agricoltura

  • A nostro avviso è necessario definire con maggiore precisione possibile l’ambito della green economy, affinché l’impatto ambientale sia veramente l’indicatore imprescindibile, sul quale identificare o meno l’appartenenza di un’impresa a questo settore, evitando sprechi di risorse pubbliche a favore di soggetti economici, che in realtà non seguono affatto i paradigmi dell’economia verde.

  • La sostenibilità ambientale deve essere necessariamente correlata al recupero della sostenibilità sociale.

  • Nel documento deve essere prevista la riconversione di alcuni siti altamente inquinanti (come Gualdo Cattaneo), in considerazione della crescente produzione energetica da fonti rinnovabili già riscontrabili.

  • Monitoraggio degli acquisti pubblici ecologici e introduzione di aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni locali.

  • Superamento nell’ambito dell’economia verde dei finanziamenti “ad personam” attraverso una verifica puntuale dei bandi fin ora concessi (in particolare nei settori della meccanica e della meccatronica).

  • Promozione e sostegno dell’agricoltura biologica per la sua valenza ambientale e per il ruolo di tutela dei consumatori, che essa riveste.

  • Cancellazione della parte relativa alla possibilità di introdurre in Umbria un agricoltura che utilizzi gli OGM.

  • Valorizzazione delle risorse energetiche autoctone di interesse agrario e dei progetti di tutela della biodiversità come l’archeologia arborea e il monitoraggio Beenet.

  • Risulta necessaria l’approvazione nel tempo più breve possibile di una legge sui GAS e per la promozione di alimenti a chilometri zero, di filiera corta e di qualità.

  • Introduzione di un piano regionale per la zootecnia sostenibile


  1. Informazione:

  • Introduzione, attraverso una specifica legge regionale, di attività di sostegno e stimolo all’informazione periodica locale, al fine di una maggiore democrazia e pluralismo, e alla formazione di una complessa identità legata al territorio e alle identità locali.


  1. Sanità:

  • Il Dap non accenna minimamente alla vicenda Sanitopoli, creando un gravissimo buco politico, poiché tali vicende hanno dimostrato la necessità di introdurre nuovi criteri di nomina per ciò che concerne la scelta delle dirigenze e delle presidenze delle ASL, abbandonando le vecchie modalità basate solo sugli equilibri politici e incentivando le competenze e le esperienze nel campo specifico come nuovi parametri per la scelta degli individui.


  1. Infrastrutture:

  • Nel documento non vengono stabilite le priorità degli interventi da apportare, ma vengono messi tutti sullo stesso piano, dalla messa in sicurezza della E45 all'introduzione di Perugia nella rete nazionale ferroviaria, passando per il collegamento Perugia-Ancona, alla trasformazione in autostrada della stessa E45. Su tale tematica è fondamentale perciò stabilire quali sono gli interventi di maggiore importanza; l'IDV Umbria mette un accento su quella che è la messa in sicurezza della E45, introducendo la corsia di emergenza e mantenendo tale strada gratuita, considerandola come unica alternativa all'Autostrada del Sole; poi sicuramente la necessità di riportare l'Umbria all'interno delle tratte ferroviarie nazionali, dato che l'ultimo anno sia Terni ha subito una diminuizione dei treni non regionali e Perugia è totalmente tagliata fuori da questa mappa e ha come unico collegamento la bretella con Terontola.


  1. Economia:

  • Valorizzare le eccellenze in tema di agroalimentare, attraverso un sistema di certificazione dei prodotti tradizionali umbri.

  • Valorizzare le risorse idriche regionali e aumentare i canoni di concessione per l’imbottigliamento di acque minerali.

  • Organizzare la Giornata regionale del commercio Equo e Solidale


  1. Rifiuti

  • Applicazione del PRGR nei suoi punti fondamentali

  • Investire risorse su un corretto sistema di raccolta differenziata

  • Introduzione di forme di sostegno ai comuni che adotteranno la strategia “Rifiuti Zero”

  • Chiusura della discarica di Pietramelina entro i primi sei mesi del 2011.


Questa non è la prima circostanza, nel corso di questa legislatura, nella quale il gruppo IdV si oppone con fermezza a proposte della maggioranza che vanno nella direzione contraria alle necessità della cittadinanza e perpetuano vecchi schemi e consolidati sistemi di potere. In occasione, ad esempio, dell’approvazione del cosiddetto “piano casa regionale”, i consiglieri IdV hanno espresso dure critiche su alcuni emendamenti presentati da PD e PDL, che permettevano l’aumento indiscriminato di cubatura degli edifici, la possibilità di costruire anche in zone rurali e di interesse paesaggistico, e infine lo smaltimento di rifiuti speciali dell’edilizia in siti di stoccaggio tradizionali. Come Dipartimento Giovani abbiamo sentito la necessità di condividere e sostenere tale percorso intrapreso dai nostri consiglieri, poiché rispecchia appieno il nostro modo e la nostra futura volontà di fare politica. Le forze di maggioranza, soprattutto il PD, non devono vedere in questa azione un “gioco politico”, ma devono cogliere il significato più alto che ha tale atto ha, ovvero quello di promuovere uno sviluppo della nostra regione, basato su nuovi modelli sociali, culturali ed economici. Parallelamente, tuttavia, ci poniamo anche un altro obiettivo: vogliamo ammonire il PD, che da oggi in poi dovrà essere cosciente del fatto che in consiglio regionale è presente per la prima volta un partito che non si piega a delle scelte dannose per la cittadinanza e il territorio in cambio di favori e clientele. Vogliamo altresì dimostrare che la politica basata sul consociativismo e sul malcostume, priva di principi morali, produce una serie di fenomeni degenerativi in ogni ambito della vita istituzionale e sociale della regione. Siamo convinti che gli Umbri saranno al nostro fianco in questa battaglia. E' giunto il momento di stabilire le priorità, di fare delle scelte che giovinoveramente alla regione intera e ai cittadini.

Idv Giovani Umbria

mercoledì 12 gennaio 2011

Dynga, Dynga, Dynga...


Si è concluso il 2010. Tutti speravamo fosse un anno di grandi cambiamenti, ma non è stato così! A dire il vero i cambiamenti ci sono stati, ma negativi: ultima la vicenda Pomigliano. Prima avevamo subìto la riforma Gelmini, la fiducia al governo, lo scudo fiscale, per citarne solo alcune.

Veniamo subito al dunque! Diamo una svolta a questo paese, devono iniziare ad emergere le persone che hanno voglia di cambiare con i fatti e non con le chiacchiere. Non ci servono più tutti quelli che mobilitano migliaia di persone, ma quando si tratta di lavorare e produrre restano con le mani in mano. Perchè, purtroppo, è così: finchè i trascinatori saranno dei grandi chiacchieroni rimarremo nello sterco in cui continuiamo ad affondare da anni. Servono volontari disposti a mettersi a servizio del paese e basta; senza guadagni, ritorni di immagine e promesse, solo fatti. Dobbiamo iniziare ad accettare questo, altrimenti è finita. Lo so è dura, ma è l'unica soluzione.

Al momento in Italia non ci sono molte alternative, ma un buon gruppo di persone esiste, di diversa estrazione politica, sociale e magari anche ideologica. Dobbiamo solo capire chi sono, cercarle e aiutarle, meglio ancora se ci mettiamo in gioco tutti in prima persona; la politica siamo noi, l'Italia siamo noi, servono tutte le idee e le proposte che abbiamo in mente e servono ora.

Il mio augurio per il prossimo anno, quindi, è quello di costruire una nuova società guidata da giovani, in primis, e poi tutti quelli disposti a contribuire con la loro esperienza, le loro storie e le loro conoscenze. Vi esorto perciò a girare per le vostre città, per i vostri paesi, a cercare persone di questo tipo e a farle incontrare, a farle parlare e confrontare, per costruire insieme un'alternativa concreta per i nostri territori e per la nostra nazione. E' difficile, ma dobbiamo iniziare subito, non dobbiamo più esitare nè avere paura.

Un'Italia migilore è possibile, io ci credo, dovete crederci anche voi!

Buon 2011 a tutti.


Lorenzo Di Schino