domenica 27 novembre 2011

Allarmante il calo della Popolazione Universitaria




“Allarmanti” .Così Matteo Minelli, coordinatore regionale dei giovani dell’Italia dei Valori, commenta i dati sulle iscrizioni all’ateneo di Perugia, che seppure non definitivi, indicano un calo delle presenze del 7,80%, pari a 1552 studenti in meno rispetto lo scorso anno.
“ I numeri sono impietosi, le immatricolazioni scendono drasticamente in quasi tutte le facoltà, con punte di oltre il 23% a Lettere e  a Scienze Politiche. È inoltre preoccupante che l’emorragia si estenda anche ad ambiti di studio scientifici e a forte vocazione professionale, come Agraria, Economia e soprattutto Medicina e Chirurgia.”
“Senza dubbio le cause scatenanti di questo deflusso sono l’aumento delle tasse universitarie e il peggioramento dell’offerta formativa; due nefaste conseguenze dell’incessante taglio dei fondi all’intero mondo dell’istruzione e della ricerca.
“Anche se in misura minore, incidono comunque in queste dinamiche alcune scelte errate di carattere locale. Da tempo – prosegue Minelli- come giovani dell’Italia dei Valori denunciamo il fatto che le amministrazioni Umbre, in particolar modo il comune di Perugia, non abbiano affatto compreso l’importanza degli studenti nello sviluppo dell’economia del regionale. Beni e servizi per la popolazione universitaria poco efficienti e troppo costosi, una burocrazia ancora troppo macchinosa, problemi tradizionali della nostra regione, come la pessima logistica della rete viaria, rendono il nostro ateneo sempre meno appetibile per gli studenti, in particolare i fuori sede.”
“Oltretutto la volontà delle istituzioni di mutare l’università da un centro  di massa, capace di formare un alto numero di laureati, in una research university, basata soltanto sul potenziamento di alcuni settori di ricerca, avrà come unica conseguenza tangibile la fortissima diminuzione della popolazione universitaria, che si prevede passerà da 30.000 a 18.000 individui. Una scelta miope, tanto più in una fase di crisi economica come questa, in cui non possiamo assolutamente permetterci di perdere una risorsa tanto importante sia in termini di consumi che di crescita culturale del tessuto cittadino.”
“I numeri parlano chiaro: è necessario- conclude il giovane coordinatore- aprire una profonda riflessione da parte dell’Università e delle istituzioni locali, per porre un freno a questo infausto fenomeno, partendo da un assunto fondamentale:  Perugia deve potenziare e non frenare, la sua vocazione di città universitaria.”

venerdì 25 novembre 2011

Dobbiamo tutti stringere la cinta...o quasi..




Tutti conosciamo per esperienza diretta o semplicemente seguendo i telegiornali l’attuale difficoltà del nostro paese con un tasso di disoccupazione crescente (pari all'8,3% a settembre e con Il tasso di disoccupazione giovanile al 29,3%); con un differenziale, il famosissimo SPREAD che ha raggiunto livelli storici e finanziamenti bloccati per ogni attività culturale, fondi alle università e per le borse di studio, fondi bloccati per le energie rinnovabili e per la ristrutturazione dei reperti archeologici più famosi al mondo come quelli di Pompei che crollo dopo crollo stanno scomparendo.
In tutto questo il nuovo governo non è stato a guardare, si è rimboccato le maniche presto introdurrà nuovamente la famosa ICI ma aumentata al 23% poiché devono “far cassa” cosi come l’aumento dell’età pensionabile.
MA IN TUTTO QUESTO??!
La commissione Difesa della Camera ha deciso il finanziamento di 500 milioni di euro, fissando il nostro Paese all’ottavo posto nel mondo per spese militari. blindati per dieci milioni di euro, “veicoli tattici medi multiruolo” per altri 157 milioni, 447 veicoli tattici leggeri “lince” per 198 milioni. E ancora “sistemi acustici per la localizzazione delle sorgenti di fuoco”, barriere antisfondamento, veicoli automatici di perlustrazione per altri 56,3 milioni per un totale di 502 milioni di euro.

Ebbene si come sempre riusciamo a raggiungere il paradosso più completo.
La missione in Liba ormai è conclusa, dobbiamo ritirare le truppe o in alcuni casi dimezzare il numero dei nostri soldati impegnati all’estero e nonostante ciò il Ministero finanzia 502 milioni per le spese militari ritenute necessarie per le truppe schierate al fronte per non fare correre loro rischi enormi.
La soluzione che tutti si aspettano in un momento di crisi come questo è il ritiro almeno parziale di molti dei nostri uomini schierati al fronte ma forse come soluzione sarebbe troppo intelligente ed economica.
Quindi una domanda nasce spontanea:
MA IL GOVERNO CAPISCE L'ATTUALE SITUAZIONE DELL'ITALIA??

 REFERENTE IDV TARQUINIA
              Tonicchi Gabriele

Giovani Italia dei Valori: troppe tasse per gli studenti dell'Ateneo di Perugia.




“L’ateneo di Perugia con una media di 981 euro procapite risulta essere una delle trentatre università italiane in cui viene violata la normativa sulle contribuzioni da richiedere agli studenti. La legge è chiara su questo tema: le tasse non possono superare il 20% dell’assegno erogato annualmente dallo Stato sottoforma di finanziamento ordinario ( Ffo).” Così i giovani dell’Italia dei valori dell’Umbria commentano un inchiesta del Sole 24 Ore. “Oltretutto proprio in questi ultimi giorni è arrivata una sentenza del TAR della Lombardia che ha costretto l’ateneo di Pavia a restituire agli studenti la parte in eccesso. Il ricorso era stato presentato dall’Unione degli Universitari del luogo, a cui va il nostro plauso per l’ottima iniziativa. Il giudizio rappresenta una svolta importante poiché crea un precedente dal punto di vista normativo su cui basarsi per in nuovi procedimenti.
“Chiaramente la causa fondamentale degli aumenti illegali delle tasse è la decrescita esponenziale del finanziamento statale a partire dal 2009- proseguono i giovani IdV- . La cosiddetta riforma Gelmini se da una parte ha contribuito al peggioramento dell’offerta formativa dall’altro ha comportato una drastica diminuzione dei servizi e l’aumento delle rette universitarie. Per questi motivi destano preoccupazione alcune vecchie dichiarazioni del presidente del consiglio Monti e altre più recenti del neoministro Profumo, secondo cui l’esecutivo ora in carica porterà avanti l’iter legislativo della riforma. “
Se non vi saranno nuovi provvedimenti immediati per il prossimo anno accademico si prevedono ulteriori restrizioni di fondi . Consideriamo questa un’ipotesi da scongiurare e crediamo che il nuovo governo debba immediatamente intervenire destinando ai settori dell’istruzione e della formazione una quota del prodotto interno lordo pari almeno al 6% , in linea con gli standard europei. In caso contrario crediamo che il ricorso presentato contro l’università di Pavia vada esteso a tutti gli atenei in cui viene violata la normativa nazionale, compreso quello Perugino.

mercoledì 16 novembre 2011

Giovani Comunisti e Giovani IDV a sostegno del dissenso verso il nuovo statuto



Il comportamento vergognoso tenuto ieri da pochi singoli rappresentanti degli studenti della sinistra universitaria all’interno dell’assemblea indetta dall’UDU,che speriamo si dissoci, non rende merito al valore del compito che un sindacato studentesco di sinistra è chiamato a ricoprire. La rappresentanza in democrazia comporta onori ed oneri, affermare che debbano essere gli studenti ad incalzare i propri rappresentanti in un processo così cruciale come la modifica dello statuto universitario è senza dubbio un travisamento se non un ribaltamento del concetto di democrazia rappresentativa.
Compito della rappresentanza sindacale è di mantenere una costante ed istantanea informazione con la propria base di riferimento. Avere informati gli studenti e le altre associazioni dell’ateneo solo dopo aver votato favorevolmente ad uno statuto oggettivamente peggiorativo rispetto alla riforma Gelmini contestata dagli stessi fino ad un attimo prima di sottoscriverne i medesimi contenuti è un atteggiamento quanto meno singolare. Sarebbe stato auspicabile un processo inverso a quello effettuato, ovvero promuovere tra gli studenti che con che loro tasse e i loro consumi mantengono in vita l'università e molte attività commerciali del centro storico, un referendum per sondare la loro opinione in merito allo statuto.
Alla luce di tutto ciò ci sentiamo in dovere di ribadire il nostro sostegno alle associazioni Cultura e Conflitto e STEP che hanno espresso il loro dissenso sia nel merito che nel metodo, ed alla rappresentanza dei ricercatori che hanno votato coerentemente contro questo nuovo statuto ritrovandosi abbandonati dalla rappresentanza studentesca.

GIOVANI ITALIA DEI VALORI UMBRIA
GIOVANI COMUNISTI PROVINCIA DI PERUGIA

sabato 12 novembre 2011

In merito agli sviluppi della questione Ikea



“Come giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria siamo stati i primi a sollevare la questione della Valutazione d’Impatto Ambientale in merito all’insediamento di San Martino, quindi non possiamo che accogliere molto positivamente l’interrogazione presentata dai nostri consiglieri regionali”. Questo il commento di Matteo Minelli, coordinatore dei giovani IdV dopo l’intervento di Dottorini e Brutti sul caso Ikea.
“Un progetto di dimensioni faraoniche come quello in esame dovrebbe essere oggetto di grandissima attenzione. Per questo sarebbe opportuno che le amministrazioni competenti vaglino sull’attuazione di tutte le misure utili a comprendere il reale impatto dell’insediamento, in termini ambientali, urbanistici, di sistema viario. Come giustamente hanno sottolineato il capogruppo e il segretario regionale comunque per poter dare giudizi definitivi sulla vicenda occorre attendere il proseguimento delle indagini. Fino ad allora da parte di tutte le istituzioni è necessaria l’espletazione di tutte gli atti tecnici e politici tali da garantire la massima trasparenza”.

martedì 8 novembre 2011

Non Bruciateci il Futuro: la petizione è anche on line!



E' possibile sottoscrivere la petizione popolare contro l'inceneritore a Terni anche on line
cliccando qui
E' sufficiente compilare il form o usare il proprio account facebook.
In alternativa, potete trovare i nostri banchetti:
 ogni Mercoledi' mattina presso il mercato di Viale dello Stadio, dalle 9 alle 12; 
Giovedi' e Sabato pomeriggio in Largo VIilla Glori dalle16,30 alle 19. 


 PETIZIONE POPOLARE
Al Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria
Al Presidente dell’ATI 4
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Terni
Premesso che
- Per una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti urbani occorre par 4
Ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Terni
Premesso che
- Per una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti urbani occorre partire “dalla testa e non dalla coda”, rispettando le direttive europee (2008/98/CE) e le leggi nazionali (Dlgs. 205/2010) che impongono una gerarchia negli interventi: prima la Riduzione/Prevenzione dei rifiuti, poi, attraverso lo sviluppo massimo della Raccolta Differenziata, il Riutilizzo ed il Riciclo, quindi il Recupero di altro tipo (in particolare il recupero di energia) e solo all’ultimo posto lo Smaltimento;
- Il Piano per la gestione dei rifiuti dell’Ati 4 (coincidente con la provincia di Terni), non recependo queste indicazioni, prevede, a più di tre anni di distanza dal blocco dell’inceneritore ASM di Maratta, di tornare a bruciare i rifiuti solidi urbani nella conca ternana, nell’inceneritore di Terni Ena–Acea;
- Lo stesso Piano prevede l’ampliamento della discarica di Le Crete di Orvieto, tramite l’estensione al cosiddetto terzo calanco, quando, per la fase residuale del processo, è ritenuto sufficiente la sopraelevazione del solo secondo calanco, come dimostra anche il recente parere della Regione, espresso in sede di valutazione d’impatto ambientale (Via).
Considerato che
- Ogni cittadino della provincia produce, in un anno, 540 kg di rifiuti; che questa quota aumenta ogni anno e che non ci sono provvedimenti sufficienti ad arrestare questa tendenza;
- I rifiuti urbani, dopo la differenziazione, possono essere recuperati e trasformati in materie prime seconde, creando nuove opportunità economiche ed occupazionali per il territorio, oltre che comportare riduzioni delle tariffe a carico dei cittadini, premiando i comportamenti virtuosi;
- La collettività ternana già paga un prezzo molto alto, in termini di inquinamento e di salute, alla struttura industriale del territorio e che non è possibile aggiungere altre fonti di inquinamento, come non è possibile continuare ad inviare i due terzi dei rifiuti nelle discariche dell’orvietano;
I sottoscritti cittadini, nell’esprimere la loro contrarietà al progettato ritorno all’incenerimento dei rifiuti nella conca ternana ed al raddoppio della discarica di Orvieto, chiedono la modifica del Piano Regionale Gestione dei Rifiuti e del Piano previsto per l’Ambito Territoriale Integrato n°4 in modo di assicurare, in tempi certi, la realizzazione dei punti sotto elencati:
Un piano operativo per la riduzione dei rifiuti alla fonte. La Provincia, il Comune di Terni e gli altri comuni dell’Ati 4 devono sviluppare, in collaborazione con le associazioni di categoria e la Regione, un piano operativo per la riduzione/prevenzione della produzione dei rifiuti, seguendo le esperienze positive di altri comuni italiani;
Raggiungimento dell’obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata, entro il 2012 come previsto dalla legislatura vigente, considerandolo come base per azioni successive, in grado di andare oltre i limiti minimi imposti dalla legge.
Costruzione del polo industriale del recupero e del riciclo. Gli stessi soggetti, indicati al primo punto, dovranno promuovere ed agevolare un progetto per la costituzione del polo del riuso e del riciclo. Dovranno essere attivati contatti con i consorzi e le aziende che operano nel settore, per promuoverne l’insediamento, attraverso verticalizzazioni e progetti innovativi che consentano lo sviluppo di una filiera completa, ispirata ai modelli nazionali ed internazionali più avanzati.
Promozione di un autentico governo pubblico locale del ciclo dei rifiuti che abbia lo scopo di garantire effettivamente gli interessi generali della collettività, con la strutturazione di un adeguato e trasparente sistema di controllo pubblico degli impianti e del ciclo produttivo, mettendo in campo percorsi e strumenti idonei ad assicurare l’indispensabile informazione e la partecipazione attiva della cittadinanza, ad ogni fase del progetto.



domenica 6 novembre 2011

Coito elettorale interrotto




Città di Castello è una di quella città di cui andare fiero, almeno se si osserva il suo passato e i personaggi che vi sono gravitati. Nel terzo secolo a.c. era un insediamento romano denominato Tifernum Tiberinum, citato anche da Plinio il Vecchio. Poi fu la Castrum Felicitatis dei Longobardi e, sotto il dominio Vaticano, la città dei Vitelli, che qui fecero arrivare artisti del calibro di Raffaello. Una città contadina, placidamente contornata dagli Appennini, che seppe essere antifascista e far crescere fra le sue mura partigiani come Venanzio Gabriotti. L’orgoglio comprensibile che un tifernate porta con se, non si è mai saputo tradurre in vero amore per la propria città, o meglio, le amministrazioni di sinistra che dal dopoguerra ad oggi si sono avvicendate sulle poltrone comunali sono andate sempre più scemando per adeguatezza ed efficienza. E non penso soltanto alle strade colabrodo, all’espansione urbana incontrollata, all’insipienza con cui si lasciano decadere o si tumulano sotto una colata di cemento i nostri gioielli, la nostra storia, ma anche e soprattutto un preoccupante fenomeno di mancanza di democrazia. Perché quando accade che i cittadini sono restii a candidarsi alle elezioni comunali per paura di ritorsioni sul posto di lavoro o sulle associazioni di cui fanno parte, non c’è altro da fare che denunciare un deficit di libertà. E c’è chi lo fa da decenni, con la costanza e la fermezza che solo chi crede che la politica non sia un ufficio di collocamento, o un trampolino di lancio per chissà quali traguardi personali, può avere. Persone che ancora camminano a braccetto con la loro Dignità, non avendola barattata per qualche misero giochetto di incarichi. Nei loro occhi puoi leggere lo scoramento di chi ha visto questa condizione aggravarsi ma ha continuato a lottare convinto che tutte le bellissime esperienze che nonostante tutto qui ancora nascono, sono il segno di una città che vive e tornerà a godere della democrazia che i suoi migliori figli gli ha regalato. Fino a quel momento sarà soltanto un collettivo coito interrotto.

Alessio Biccheri


foto da qui

sabato 5 novembre 2011

La Gestione della Cascata




Apprendiamo che in sede di Giunta Comunale, si è verificata una frattura tra l’Assessore Fabrini e il Sindaco in merito alla proposta dell’esponente IDV di un bando europeo per la riassegnazione della gestione della Cascata delle Marmore. Ci si è trovati di fronte a una divergenza di opinioni riguardo alla questione: la proposta di Fabrini non è stata condivisa dal primo cittadino, anche se già la provincia (azionista al 30% della Cascata) aveva dato parere favorevole all’istituzione del bando. La contrarietà a tale idea pare dovuta al fatto che la Giunta non fosse preparata ad affrontare questo tema. D’altro canto però, è stata presentata una controproposta, che prevede l’introduzione di un biglietto unico integrato per l’accesso all’area di Carsulae, ai servizi museali e al sito della Valnerina. Tale azione, a nostro avviso, palesa la volontà di nascondere la scarsa attrattività dei primi due luoghi turistici, andandoli a coprire con gli utili della Cascata. Non vorremmo, inoltre, che questo fosse il primo passo per portare anche a una gestione integrata dei tre siti, favorendo nuovamente delle associazioni che già hanno cospicue entrate, proprio grazie al bando plurimilionario che si sono aggiudicate nel 2009. Ancora più grave sarebbe se tale operazione servisse per coprire i tagli ventilati dal comune, in modo tale da pareggiare così i conti. Questa sarebbe un’azione che confermerebbe le voci sull’esistenza di poteri forti interni al PD, che hanno come finalità quella di controllare le attività e i servizi proficui nel territorio. Il nostro auspicio è di essere smentiti, ribadendo comunque il nostro ruolo, ovvero quello di garantire l’applicazione di criteri di merito e trasparenza su tutte le scelte. Attività, che soprattutto noi giovani dell’Italia dei Valori, abbiamo sempre perseguito in prima linea e con estrema fermezza.

Lorenzo Di Schino       coordinatore provinciale Giovani IDV Terni

foto da qui

venerdì 4 novembre 2011

Raccolta rifiuti: solidarietà ai cittadini di Ponte Felcino



I responsabili dei dipartimenti dei Giovani e dell'Ambiente solidarizzano con i cittadini della frazione perugina per i notevoli disagi della raccolta dei rifiuti ad opera della Gesenu.
“Sacrosante le lamentele degli abitanti di Ponte Felcino”. Così Matteo Minelli coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria e Claudio Santi, responsabile regionale del Dipartimento Ambiente, sulle vivaci proteste in merito alla raccolta differenziata.
“Ormai da tempo, come Italia dei Valori, abbiamo denunciato i ritardi e le inefficienze che caratterizzano lo smaltimento dei rifiuti.” I problemi sono sempre gli stessi: disinformazione, cassonetti straripanti, ritardi nello svuotamento, immondizia ovunque.
“Il fatto che molti cittadini paragonino Perugia a Napoli la dice lunga sulla fiducia che essi provano nei confronti della Gesenu e della politica portata avanti in tema di rifiuti. Riteniamo - prosegue Minelli - che al di là dei tour sui territori e le estemporanee giustificazioni con tanto di fantomatici dati, l’amministrazione debba prendere seri provvedimenti per modificare questo intollerabile stato di cose.
Innanzitutto maggiore informazione: sarebbe stato opportuno e lo è ancora, l’invio di personale qualificato in ogni abitazione per spiegare nei dettagli le modalità con cui differenziare, dando magari rassicurazione sui benefici che ne derivano per la cittadinanza.
Poi l’introduzione dei codici a barre sui sacchetti in modo da diversificare la tariffa di ogni utente in base alla qualità della differenziata e alla quantità dei rifiuti prodotti. Occorre inoltre potenziare il servizio di raccolta, in particolare nelle zone dove sono presenti i disagi maggiori, prevedendo interventi straordinari.
E’auspicabile, inoltre, una definitiva divisione tra le società di raccolta e quelle di chiusura del ciclo, al fine di rendere completamente trasparente tutta la filiera dei rifiuti, prevenendo cosi il rischio di possibili conflitti di interesse.
In ultimo -concludono Minelli e Santi - va sottolineato che anche il sistema di raccolta dell’organico ci lascia quantomeno perplessi. La direttiva europea impone, oramai da tempo, l’uso di sacchetti biodegradabili che, a quanto ci risulta, non vengono ancora distribuiti ai cittadini. In aggiunta a questo la possibilità di conferire nell’organico anche altro materiale, come ad esempio i pannolini dei neonati, confidando nel sistema di preselezione, aiuta sicuramente ad aumentare i numeri della quota differenziata ma non certo la qualità del compost finale”.