I
responsabili dei dipartimenti dei Giovani e dell'Ambiente solidarizzano con i
cittadini della frazione perugina per i notevoli disagi della raccolta dei
rifiuti ad opera della Gesenu.
“Sacrosante
le lamentele degli abitanti di Ponte Felcino”. Così Matteo Minelli coordinatore
dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria e Claudio Santi, responsabile
regionale del Dipartimento Ambiente, sulle vivaci proteste in merito alla
raccolta differenziata.
“Ormai
da tempo, come Italia dei Valori, abbiamo denunciato i ritardi e le inefficienze
che caratterizzano lo smaltimento dei rifiuti.” I problemi sono sempre gli
stessi: disinformazione, cassonetti straripanti, ritardi nello svuotamento,
immondizia ovunque.
“Il
fatto che molti cittadini paragonino Perugia a Napoli la dice lunga sulla
fiducia che essi provano nei confronti della Gesenu e della politica portata
avanti in tema di rifiuti. Riteniamo - prosegue Minelli - che al di là dei tour
sui territori e le estemporanee giustificazioni con tanto di fantomatici dati,
l’amministrazione debba prendere seri provvedimenti per modificare questo
intollerabile stato di cose.
Innanzitutto
maggiore informazione: sarebbe stato opportuno e lo è ancora, l’invio di
personale qualificato in ogni abitazione per spiegare nei dettagli le modalità
con cui differenziare, dando magari rassicurazione sui benefici che ne derivano
per la cittadinanza.
Poi
l’introduzione dei codici a barre sui sacchetti in modo da diversificare la
tariffa di ogni utente in base alla qualità della differenziata e alla quantità
dei rifiuti prodotti. Occorre inoltre potenziare il servizio di raccolta, in
particolare nelle zone dove sono presenti i disagi maggiori, prevedendo
interventi straordinari.
E’auspicabile,
inoltre, una definitiva divisione tra le società di raccolta e quelle di
chiusura del ciclo, al fine di rendere completamente trasparente tutta la
filiera dei rifiuti, prevenendo cosi il rischio di possibili conflitti di
interesse.
In
ultimo -concludono Minelli e Santi - va sottolineato che anche il sistema di
raccolta dell’organico ci lascia quantomeno perplessi. La direttiva europea
impone, oramai da tempo, l’uso di sacchetti biodegradabili che, a quanto ci
risulta, non vengono ancora distribuiti ai cittadini. In aggiunta a questo la
possibilità di conferire nell’organico anche altro materiale, come ad esempio i
pannolini dei neonati, confidando nel sistema di preselezione, aiuta sicuramente
ad aumentare i numeri della quota differenziata ma non certo la qualità del
compost finale”.
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