mercoledì 8 dicembre 2010

CROLLA POMPEI, CROLLA L’UNIVERSITA, CROLLA L’ITALIA


Crolla Pompei, crolla l’università e crolla la fiducia degli Italiani in questo governo che invece di stare a fianco degli italiani è fedele ai propri interessi e alle proprie clientele.

Non si fermano i crolli all’interno degli Scavi Archeologici di Pompei, sito che ha accolto 16.369.854 visitatori nel 2009 con un incasso complessivo di 104.000.721 euro. Il Ministro Bondi non si dimette e afferma che non ha responsabilità: "Occorre evitare ogni inutile allarmismo. La situazione a Pompei è continuamente monitorata dalla soprintendenza: il cedimento non ha coinvolto alcun manufatto di pregio storico, artistico o archeologico" e incalza affermando che sono sempre successi crolli nelle aeree archeologiche ma mai a nessun ministro è stato chiesto di consegnare le dimissioni. Ma intanto tutti si chiedono: poteva essere evitato se non fossero stati tagliati i fondi o se i pochi fondi stanziati fossero stati utilizzati in modo più efficiente? Ricordo che il personale addetto è stato tagliato del 10% e i finanziamenti statali da 1,961 milioni del 2008 sono scesi a 1,719 milioni nel 2009 e le previsioni di bilancio per il 2010 sono di 1.710.407.803 e per il 2011 la spesa prevista è di 1.429.238.650.

Allo stesso modo cade l’università, sia formalmente che strutturalmente, sotto i duri colpi della riforma Gelmini approvata alla Camera, con una maggioranza a dir poco risicata, che invece di migliorare il sistema universitario ne ha siglato la definitiva condanna a morte infliggendo ingenti tagli ai finanziamenti pubblici (1 miliardo di euro solo per il 2011!), già ridotti di 316 milioni nel 2008 e di 400 milioni nel 2010 (fonti FFO), e, ancora peggio, incentivando un crescente processo di privatizzazione dell'istruzione universitaria e privilegiando le possibilità finanziarie al merito. Tale riforma della meritocrazia, tanto esaltata, come verrà valutata? Nel testo proposto non si parla di criteri di valutazione né di procedure per verificarne l'utilità e l'efficacia. Cosi commenta Berlusconi: “è stato inferto un colpo mortale a parentopoli” ma forse non tutti sanno della figlia del premier, Barbara, la quale ,neolaureata, ha subito ottenuto un lavoro all’interno dell’università.

Pompei e l’università non sono altro che la metafora dell’Italia, del suo governo che rimane in carica pur avendo perso la maggioranza in parlamento, del decadimento della morale degli italiani soggiogati da decisioni di pluripregiudicati e dei suoi studenti condannati a fuggire all’estero in cerca di opportunità di successo. Quali risultati? Quali esiti di tali azioni spregiudicate? Solo la vittoria dell’ignoranza e dell’indifferenza, vittoria così tanto anelata da un governo che incapace di ottemperare a quanto promesso ha individuato nell'attacco alla cultura l'unico strumento per assicurarsi una gestione del potere indiscriminata e priva di opposizione critica.


Gabriele Tonicchi

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