sabato 27 novembre 2010

Una Protesta Propositiva


E' arrivato il momento di mettere un freno a questa politica basata solo ed esclusivamente sulla privazione di risorse al mondo della cultura e dell'insegnamento, è il momento di fare muro e di lottare affinché chi vuol vedere seppellita l'Istruzione in Italia non l'abbia vinta.

Diciamo, dunque, basta ai tagli, che mettono in ginocchio le classi più deboli della nostra società e che rendono l'Università un luogo per privilegiati, trasformando la Pubblica Istruzione in istruzione classista: per chi ancora non lo avesse capito questo è un governo fascista, che cerca disperatamente da 15 anni di controllarci ed omologarci; per attuare questo progetto hanno bisogno di distruggere la Scuola, operazione che cercano di realizzare fin dalla riforma Moratti.

Diciamo no, inoltre, ai contratti a tempo indeterminato per i ricercatori; questi sono i dipendenti più produttivi ma meno pagati e meno tutelati all'interno degli Atenei; siamo a favore, invece, di un sistema di controllo della produttività di quest'ultimi, che renda l'Università un esempio di meritocrazia e che permetta l'avanzamento di carriera solo ai più fecondi.

Diciamo ancora no alla concezione di Università come sola voce di uscita in un bilancio pubblico; DEVE ESSERE CHIARO A TUTTI la Scuola, le Facoltà e la Ricerca sono delle risorse; servono a formare le nuove classi dirigenti e ci rendono competitivi nel mercato del lavoro e nelle comunità scientifico-culturali.


Diciamo invece si ad una nuova riforma della Pubblica Istruzione, basata sul dialogo con tutte
quelle che sono le forze che prendono parte attivamente all'interno di questa: studenti e docenti. Una riforma che renda snella, redditizia e meritocratica l'Università e che riconsegni dignità ai sui dipendenti. Questa è e sarà l'unica strada che un governo e un ministro serio potranno intraprendere se vorranno veramente “riformare” e rendere competitivi i nostri Atenei con quelli del resto d'Europa e del Mondo. E' emblematica la statistica pubblicata dal Times di Londra che rende noto quali sono le 200 migliori Università al Mondo: l'Italia non è rappresentata, ci sono paesi come la Cina, la Corea del Sud, l'Egitto, la Turchia, ma l'Italia no.

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, in cui è giusto protestare ed opporsi alle scelte sbagliate di altri, soprattutto quando sono come quelle che ci colpiscono in questi giorni, ma dobbiamo iniziare anche a farci un esame di coscienza e a domandarci cosa abbiamo fatto noi per migliorare le cose. La nostra azione da oggi in poi non dovrà più essere di sola ostruzione bensì propositiva: iniziamo ad incontrarci e a sviluppare idee e progetti nuovi, solo così risolleveremo le sorti del mondo dell'educazione e anche di un paese intero.


Lorenzo Di Schino, Coordinatore Provinciale IDV dip. Giovani Terni


fonte foto: UmbriaLeft

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