"Lei crede che la Rai sia sua ma è pagata dai soldi di tutti gli italiani", dice, mentre il sala monta un mormorìo pronunciato, "non rispondo alle sue domande, voi - continua - siete dei prepotenti e mistificatori […] "questa vostra tecnica non può funzionare con me che se permette di televisione me ne intendo". E chiude il telefono.
Iniziamo questo articolo con la cronaca, tratta da Repubblica.it, della telefonata che ieri sera il nostro Primo Ministro ha fatto durante la trasmissione Ballarò. In queste semplici frasi c’è tutto il conflitto d’interessi.
Cominciamo con l’analisi logica delle dichiarazioni:
La Rai non è cosa di Giovanni Floris. Vero, sacrosanto. È di tutti gli italiani. Idem. Solo che Berlusconi si dimentica di fare un passo ulteriore: visto che la RAI è di tutti, tutti hanno il diritto di conoscere tutto. Può sembrare macchinoso, ma questi tutti, ovvero noi cittadini, non vogliamo e possiamo accontentarci solo di quello che dice lui e che racconta il suo cantastorie del Tg1. E proprio perché è pagata coi soldi di tutti, tutti hanno il diritto di fare il proprio palinsesto e di poter scegliere fra una varietà di programmi che spazino dall’intrattenimento all’approfondimento politico. Così si giustifica la presenza sulle diverse reti Rai di Ballarò, Annozero, Vieni via con me, Report, trasmissioni che sono settimanalmente osteggiate dal Premier e dal suo entourage tanto la chiederne censure preventive sugli argomenti perché sia mai che gli italiani aprano gli occhi sulla reale situazione del paese.
2- “Non rispondo alle sue domande”. E chi ci spera più! -avrebbe potuto rispondere Floris! Il nostro Primo Ministro sono anni che non sostiene un confronto televisivo, e se lo fa è tranquillamente seduto nel salotto di casa sua allestito negli studi della Rai da Bruno Vespa (ricordiamo la trasmissione post scandalo Noemi Letizia). Non solo, quando va all’estero Berlusconi da sempre sfoggio di se e della sua preparazione politica e infatti, o decide di non presentarsi alle conferenze stampa (vedi ultima uscita di scena in Corea durante il G20) per non rispondere a domande scomode, o mettendo in imbarazzo i suoi colleghi di mezzo mondo (avete dimenticato la faccia di Zapatero!?!). La riluttanza di Berlusconi a rispondere del suo operato è certificata dalle continue smentite che Bonaiuti è costretto a fare, “sono stato frainteso”- dice. No, il problema è che ti abbiamo capito benissimo.
3- “Io di televisione me ne intendo”. Eccoci, finalmente. Svelato il suo trucco magico, l’uomo che ha avuto successo grazie alle televisioni può dare lezioni ad un giornalista su come ci si comporta. Le Tv private del Biscione hanno sicuramente contribuito a cambiare il modo di vita degli italiani, la tv commerciale ha rivoluzionato il modo di approcciarsi al mezzo televisivo, la pubblicità è stato lo strumento per “invogliare” il popolo, decretando per lui quello che era da comprare e cosa no, ha determinato tendenze e culture, e ahinoi anche la politica. Lo spot elettorale del 1994 era il perfetto emblema di quello che sarebbe stato, e molto prima “Meno male che Silvio c’è”, la gente si è fatta ammaliare da quella musichetta, da quelle immagini e in tanti hanno creduto che quel prodotto fosse acquistabile e gustabile.
Oggi, nel 2010, paghiamo il prezzo di quello spot per Forza Italia.
Il martellamento televisivo, l’onnipresenza di Berlusconi e dei suoi sulle reti pubbliche e private ci ha abituato a tutto, l’arroganza al potere fa in modo che nessun ascoltatore capisca il vero contenuto del discorso durante il dibattito, e la strutturazione di un telegiornale di servizio al Governo (vedi Tg1 direzione Minzolini) sovverte l’ordine delle notizie, perché è più importante sapere le ultime da Avetrana piuttosto che puntare i riflettori sulla montagna di spazzatura che sovrasta la Campania.
La notiziola al posto della notizia, tutto fuorché la realtà.
Gli italiani si stanno stancando di questo modello televisivo che per 20 anni è stato imposto, e dimostrazione lo sono i cali di ascoltatori di Tg1 e Tg5 e l’ascesa del TgLa7 di Mentana, il successo da record di Vieni via con me, e la stizza che i telespettatori provano nel sentire reiterate accuse bipartisan dei politici nei diversi talk show.
I giovani devono fare la propria parte per risvegliare gli animi intorpiditi di un Italia che è veramente stanca, provata da anni di mezze verità e prepotenze che hanno impedito al libera informazione e di conseguenza la libera formazione delle coscienze.
Giovedì 25 novembre si terrà a Foligno una manifestazione di protesta contro lo stato dell’informazione del nostro paese, un'occasione per far levare le voci di tanti giovani arrabbiati che, nati e cresciuti sotto il dominio televisivo berlusconiano, hanno voglia di respirare aria nuova, pulita e fresca.
Noi giovani dell’Italia dei Valori siamo con loro, la loro battaglia è la nostra.
Idv Giovani Umbria
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