mercoledì 17 novembre 2010

ASPETTANDO L’UNIVERSITÁ CHE VORREMMO


Nella giornata mondiale del diritto allo studio si sono celebrati in tutta Italia una serie di iniziative atte a promuovere, tutelare e rilanciare il mondo dell’istruzione. Questo evento assume ancora maggior significato se pensiamo che si è verificato all’indomani dell’ennesimo assalto frontale che il governo ha portato all’università pubblica. Infatti in un contesto generale di tagli indiscriminati a tutti i livelli e in tutti i settori della conoscenza, ieri (16 novembre) si è appreso che nell'ultima versione del maxiemendamento alla legge di stabilità (ex Finanziaria) approvato dalla commissione Bilancio della Camera spunta anche un finanziamento di 25 milioni per "le università non statali legalmente riconosciute"(cit). Questo ultimo vergognoso e sconcertante provvedimento dimostra inequivocabilmente che alla base della continua sottrazione di fondi all’università pubblica non vi è affatto né il disegno di una ristrutturazione generale del sistema scolastico né tantomeno la necessità di far fronte alla pressante crisi economica, bensì la volontà politica di destrutturate e affondare l’istruzione statale del nostro paese.

In questo quadro generale l’Ateneo perugino si trova a dover fronteggiare una situazione particolarmente disagiata, che inesorabilmente finirà per gravare sulle spalle degli studenti. Attraverso tre vie: l’aumento delle tasse, la diminuzione dei servizi seppur incrementati di costo, il peggioramento della qualità della formazione ed infine il vertiginoso calo dei fondi destinati alle borse di studio per gli studenti meritevoli e meno abbienti.

Per questi motivi è necessario che tutti gli studenti in prima persona prendano coscienza della condizione nella quale versa il loro ateneo e si attivino affinché l’università pubblica torni ad essere un veicolo di crescita culturale e morale, oltreché un’esperienza formativa e propedeutica all’ingresso nel mondo del lavoro. Senza dubbio c’è bisogno di nuove forme di coinvolgimento, che vadano a sostituire le modalità attuali ormai obsolete ed incapaci di incanalare in progetti concreti le sempre maggiori esperienze spontanee ed autonome che vanno affermandosi. Il primo passo lungo questa strada, tuttavia, non può che essere una maggiore partecipazione alla vita istituzionale e sociale della propria facoltà, in particolare all’interno della rappresentanza studentesca, affinché questa assuma il reale compito che dovrebbe prefiggersi: tutelare il diritto allo studio e promuovere iniziative e progetti finalizzati alla crescita di tutto il mondo universitario.

Perché l’università non è semplicemente il luogo fisico in cui si trascorrono tre o più anni della propria vita cercando di apprendere una professione, ma è soprattutto un laboratorio di sviluppo della persona in tutte le sue molteplici sfaccettature e una risposta al bisogno di essere parte attiva di un progetto generale di rifondazione culturale, sociale ed etica di questa Italia.

Dipartimento Giovani Idv Umbria

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