mercoledì 21 settembre 2011

Abbonamenti agevolati: la Giunta dia seguito alle sue disposizioni



I Giovani Idv esortano la Regione a dare atto al suo giusto provvedimento di ripèristino delle facilitazioni.
“Bene la decisione della Regione, ma adesso si faccia in fretta perché l'inizio delle lezioni è ormai imminente”. Matteo Minelli, coordinatore regionale dei giovani Idv, esorta le istituzioni a ripristinare quanto prima gli abbonamenti agevolati per gli studenti universitari. “Abbiamo apprezzato la decisione della Giunta - dice il giovane esponente dell'Italia dei Valori - e crediamo che essa terrà fede alle sue dichiarazioni reintroducendo lo sgravio inizialmente cancellato, così come salutiamo con favore l'intervento dell'Udu Perugia che, pur con un certo ritardo, aderisce anch'essa alla battaglia sul ripristino degli sgravi. E' naturale che, qualora il provvedimento non fosse assunto, l'Italia dei Valori sosterrà ogni iniziativa che il sindacato studentesco e le altre associazioni d'ateneo vorranno mettere in campo per difendere il diritto allo studio, del quale i servizi erogati dalle amministrazioni locali sono parte fondamentale”.

mercoledì 14 settembre 2011

Il Governo sbaglia, ma l'Università va riformata




Si sente spessissimo parlare di riforme, che si fanno risalire a date ataviche, le quali avrebbero, secondo i più, affossato il mondo della ricerca e dell’Università italiane.
La politica del posto fisso ha creato negli anni della prima repubblica molto lavoro e stabilità ad ampie fasce di popolazione, che hanno così potuto edificare la propria vita sullo sfondo di un accomodante garantismo.
Il problema è che il sistema di sottobosco innestatosi dai tempi di Depretis ha sovente barattato voti in cambio di favori o concessioni di carattere individualistico e personalistico: ecco che i partiti hanno creato posti in seno agli enti statali spesso inutili, atti a fungere da contenitore per coloro i quali dovevano essere collocati. Tutto ciò avvenne negli anni del boom economico e degli aiuti provenienti dal Piano Marshall, e nonostante tali elargizioni l’eccessivo costo della macchina statale iniziò a produrre quel debito pubblico, oggi grande problema, che arrivò sotto il governo Craxi al 120%. La mancanza di lungimiranza e di buon senso da parte dei politici di allora è alla base la situazione di instabilità di cui soffriamo oggi noi giovani, che ci troviamo, metaforicamente parlando, costretti a pagare i pertugi dei nostri nonni o padri.
Vengo al punto: nella mia esperienza universitaria mi è capitato di prendere atto di eccessivi episodi di assenteismo ed insufficiente disponibilità tra i docenti oltre che di negligenza da parte di molti impiegati delle segreterie studenti.
Chi deve vigilare su tutto ciò? Perché un docente poco motivato o poco virtuoso deve occupare una cattedra fino a 72 anni, sottraendo il posto ad una persona più motivata? Per molti professori valenti e rispettabili, ce ne sono altri che non prestano sufficiente attenzione alla propria professione: sfido qualunque studente universitario a dire il contrario. Non parlo di problemi di lieve entità, ma di una mentalità invalsa tra molti dipendenti ti i quali, convinti di poter mantenere il proprio posto indipendentemente dall’ impegno profuso nello svolgimento del servizio per il quale si è stati assunti, contribuiscono a rendere meno produttivo il sistema universitario.
Ecco, credo che il vero problema dell’università sia proprio questo. Senza operosità o controllo tra gli addetti ai lavori, la qualità di ricerca ed insegnamento è destinata a dipendere dal buon senso di quella percentuale di docenti virtuosi. Ben venga quindi la proposta del partito di creare una sorta di “CSM dei docenti”.
Obbligatorio quindi parlare di riforme “politiche”, ma credo che in questo caso si debba partire dal basso, e mettere in discussione il posto di coloro i quali non adempiano al proprio compito, mediante la creazione di organismi ad hoc. Un’idea potrebbe essere l’istituzione di contratti a tempo determinato (7-8 anni), auto rinnovabili qualora il docente o l’impiegato raggiunga dei criteri di produttività minimi (contando nel caso dei docenti: pubblicazioni accademiche, attività di insegnamento, convegni ai quali si è presa parte, ed altre voci ritenute opportune dalla commissione).
Le esternazioni di Brunetta sugli statali si commentano da sole, ma affrontare il problema della spesa pubblica e del lavoro statale dipendente non solo dal punto di vista non meramente fiscale e finanziario, ma del virtuosismo produttivo, potrebbe essere un’idea interessante.

Valerio Bianconi

venerdì 9 settembre 2011

Lettera all'IDV




Da qualche anno a questa parte Idv sta portando avanti gloriose battaglie in favore dei cittadini appartenenti alle classi sociali più disagiate in virtù di un profondo senso civico ispirato a valori di trasparenza, serietà, moralità e giustizia; guadagnando rapidamente molti consensi.
Il pragmatismo diepietrista, inteso come sano attivismo atto a mettere da parte vuoti e retorici pleonasmi, sta facendo di Idv uno dei partiti più credibili dell’intero panorama politico nazionale.
Il rapido ed al momento incontrovertibile decadimento politico che sta investendo il Nostro paese chiama i partiti d’opposizione a proporre alternative credibili ed a far sentire la propria presenza ai sempre più disillusi cittadini, i quali chiedono risposte di non sempre facile attuazione.
Di fronte all’incombente crisi economica, cui il governo – affaccendato soprattutto nel risolvere le grane giudiziarie di Berlusconi e nel soddisfare le richieste di singole lobbies di elettori- non riesce a proporre una soluzione credibile. Il frequente e isterico cambio di proposte formulato, ormai quotidianamente, dall’attuale maggioranza, ricorda lontanamente – e grottescamente- l’immobilismo politico che preparò il terreno all’avvento di Mussolini e del fascismo.
Idv ha proposto validissime alternative alle spesso scellerate iniziative dell’esecutivo, ma non ha preso posizione riguardo la virtuosa idea del Partito Radicale riguardo la revisione di alcuni privilegi fiscali del Vaticano.
Nel nostro paese la cultura della Laicità stenta ancora molto a istituirsi di fatto, sebbene la Costituzione ne sancisca l’esistenza. Indagini recenti di Repubblica, Panorama etc.. . hanno stimato nell’ammontare di una normale manovra finanziaria i fondi che lo Stato italiano percepirebbe se al Vaticano fossero fatte pagare ICI, tasse sulle attività commerciali, o se fossero rivisti in parte gli accordi inerenti l’8x1000 od ancora gli stipendi degli insegnanti di religione (nominati dalla Curia).
Non si vuole di certo sminuire il valore culturale e morale della Chiesa, che rimane un fondamentale baluardo per molti fedeli, ma avviare discussioni riguardo gli eccessivi privilegi fiscali di cui dispone la Santa Sede mi pare un atto dovuto ed onesto: in pieno stile IDV.
Sono fermamente convinto che gioverebbe al Partito prendere in analisi le vertiginose cifre, sottratte allo Stato – e quindi ai cittadini-, derivanti dal mancato gettito fiscale attualmente consentito al Vaticano.
I soldi recuperati dalla revisione di questi privilegi darebbe di certo più di una boccata d’ossigeno alle casse del Nostro Stato, che potrebbe così destinare questi fondi al pareggio di bilancio ed all’avvio di riforme atte a consentire un progresso nazionale.
Giustissimo abolire le provincie e tagliare gli sprechi della Pubblica amministrazione, altrettanto giusto, a mio parere, avviare un serio e sereno dibattito su quanto il Vaticano costi economicamente a noi contribuenti.

Valerio Bianconi

mercoledì 7 settembre 2011

Giovani IdV: raccolte più di 600 firme contro il “porcellum” e per abolire le province, ma i Giovani Democratici da che parte stanno?



In meno di quindici giorni come Giovani dell’Italia dei Valori, attraverso una serie di banchetti nelle principali realtà regionali, abbiamo raccolto oltre 600 firme per abrogare l’attuale legge elettorale e per abolire le province. Grazie a questa attività abbiamo potuto riscontrare il grande desiderio dei cittadini di partecipare intensamente alla vita democratica del nostro Paese, e il loro crescente malessere nei confronti di una classe politica, ripiegata su se stessa e incapace di affrontare le preoccupanti questioni sociali ed economiche. Come iscritti all’IdV e in particolare come giovani sentiamo la necessità di affermare la nostra diversità rispetto all’attuale classe dirigente italiana. Crediamo infatti che un reale cambiamento della società possa avvenire soltanto attraverso un vasto ricambio generazionale, presupposto principale di una rinascita italiana. Per questo motivo rivolgiamo un accorato appello ai Giovani Democratici dell’Umbria affinché seguano l’esempio di Romano Prodi e partecipino attivamente alla raccolta firme per l’abolizione della legge elettorale. Anche se in ritardo li aspettiamo volentieri.

Uno sciopero giusto al momento giusto



Ieri si è tenuto lo sciopero generale indetto dalla sola CGIL: la manifestazione principale a Roma e poi numerosi cortei nelle principali città d’Italia, anche in Umbria si sono organizzati presidi a Perugia e Terni. Come purtroppo spesso accade la cosiddetta informazione non informa: vedendo la TV ho appreso che la CGIL adottava un comportamento irresponsabile, che lo sciopero era prematuro, che la via parlamentare era la strada per migliorare la manovra o, al contrario, che era doveroso stare dalla parte del lavoro o comunque in tutti i luoghi dove si protestava. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto il sindacato più grande e rappresentativo del nostro paese ad indire uno sciopero generale? Per quali ragioni centinaia di migliaia di lavoratori hanno incrociato le braccia, rinunciando a percepire un giorno di salario in tempi di ristrettezze economiche?
Questo, ovviamente, il circuito mediatico non ce lo ha comunicato: la disinformazione è funzionale al regime. La CGIL ha indetto lo sciopero generale per dire NO a questa manovra che cambia continuamente e che, tuttavia, mantiene una sola caratteristica invariata: la sua sfacciata iniquità. Aumento dell’età pensionabile, taglio dei trasferimenti agli enti locali con conseguente riduzione dei servizi ai cittadini, blocco dello stipendio per gli statali, legalizzazione della possibilità di deroga ai contratti collettivi nazionali.
Questa manovra presenta forti tratti classisti nel senso che fa sopportare il peso del risanamento economico ad alcune specifiche classi sociali: i lavoratori dipendenti, il pubblico impiego ed i pensionati; l’elettorato che tendenzialmente non vota per i partiti dell’attuale governo. A conferma di ciò è utile ricordare come vengano risparmiate dai costi dei sacrifici economici altrettante classi sociali: gli speculatori, i possessori di grandi patrimoni, i percettori di redditi alti, gli evasori.
Appurato ciò per quale motivo la CGIL avrebbe dovuto rinunciare allo sciopero generale il solo strumento, seppur logoro e in parte superato dal tempo, in grado di incidere sulle dinamiche politiche del paese? Una risposta, personalmente, non riesco a trovarla! E, francamente, neanche mi convince chi argomenta affermando che non è responsabile indire uno sciopero generale in un momento di crisi economica. Le stesse persone che parlano di responsabilità fanno parte di quella classe politica che prima ha negato la crisi, accusando di disfattismo qualsiasi voce fuori dal coro, e poi si è dimostrata completamente inadeguata a gestire l’emergenza. Sono loro gli irresponsabili! Secondo questi signori non solo si deve rinunciare a diritti acquisiti ad un tenore di vita dignitoso ma lo si deve accettare anche in silenzio. D’altronde c’è la crisi economica, ma chi ha provocato questa crisi? Forse le classi popolari che vengono chiamate a sopportarne il peso? Il punto è che questo modello di sviluppo, in cui vengono compressi i diritti e i salari dei lavoratori, va cambiato: non solo perché insopportabilmente ingiusto ma anche perché economicamente svantaggioso. Lo sciopero della CGIL è servito a ricordare anche questo. Se non ora quando ?

Alex Paiella

lunedì 5 settembre 2011

Parte l'attività del circolo "Perugia Centro - Giustizia e Libertà"



Parte tra la gente l’attività del circolo Idv “Perugia Centro – Giustizia e libertà”. Sabato pomeriggio infatti alcuni membri del neonato circolo si sono ritrovati nel centro di Perugia, in Piazza della Repubblica, per dare il proprio contributo alla raccolta firme indetta dall’Italia dei Valori per l’abolizione delle province e l’abrogazione dell’attuale legge elettorale. “Abbiamo pensato” dice il presidente del circolo Francesco Sorci “che questo fosse il modo migliore per dare il via all’attività di un circolo che, nelle nostre intenzioni, dovrà in primis vigilare sull'attività di Palazzo dei Priori. Stare tra la gente permette di avere più facilmente il polso della situazione e di verificare l’umore dei perugini che, al pari di molti italiani, sembrano essere sempre più schifati da una politica autoreferenziale, esclusivamente basata su immagine e chiacchiere, e ormai lontana dai bisogni dei cittadini. A testimoniare questo disagio c’è la vasta partecipazione alla campagna referendaria indetta dall’IDV ed i commenti al vetriolo di coloro che si fermavano per firmare.”
L’attività del circolo non si ferma comunque qui. Lunedì 5 Settembre infatti ci sarà la prima riunione volta non solo a definire l’organizzazione interna del circolo stesso ma anche le eventuali attività politiche da porre in essere nei prossimi mesi. Chiunque volesse aderire al Circolo o semplicemente partecipare alla riunione è ovviamente ben accetto.

sabato 3 settembre 2011

Perugia: si all'abbonamento agevolato studenti



Apprendiamo con soddisfazione che l’abbonamento agevolato per gli studenti universitari verrà confermato. Condividiamo pienamente la scelta della Regione di garantire il proseguimento del servizio destinando 30.000 euro per coprire la mancata assegnazione dei fondi da parte dell’Adisu. Questa è la dimostrazione che non tutti i tagli provenienti dalle scellerate scelte del governo nazionale si devono riflettere necessariamente in netti ridimensionamenti delle prestazioni pubbliche per i cittadini umbri. Auspichiamo che anche in futuro le amministrazioni locali conducano politiche incentrate da una parte sulla difesa dei servizi essenziali e dall’altra su un rigido principio di austerità e di lotta gli sprechi.

Matteo Minelli, coordinatore regionale giovani Italia dei Valori Umbria