Da qualche anno a questa parte Idv sta
portando avanti gloriose battaglie in favore dei cittadini
appartenenti alle classi sociali più disagiate in virtù di un
profondo senso civico ispirato a valori di trasparenza, serietà,
moralità e giustizia; guadagnando rapidamente molti consensi.
Il pragmatismo diepietrista, inteso
come sano attivismo atto a mettere da parte vuoti e retorici
pleonasmi, sta facendo di Idv uno dei partiti più credibili
dell’intero panorama politico nazionale.
Il rapido ed al momento
incontrovertibile decadimento politico che sta investendo il Nostro
paese chiama i partiti d’opposizione a proporre alternative
credibili ed a far sentire la propria presenza ai sempre più
disillusi cittadini, i quali chiedono risposte di non sempre facile
attuazione.
Di fronte all’incombente crisi
economica, cui il governo – affaccendato soprattutto nel risolvere
le grane giudiziarie di Berlusconi e nel soddisfare le richieste di
singole lobbies di elettori- non riesce a proporre una soluzione
credibile. Il frequente e isterico cambio di proposte formulato,
ormai quotidianamente, dall’attuale maggioranza, ricorda
lontanamente – e grottescamente- l’immobilismo politico che
preparò il terreno all’avvento di Mussolini e del fascismo.
Idv ha proposto validissime alternative
alle spesso scellerate iniziative dell’esecutivo, ma non ha preso
posizione riguardo la virtuosa idea del Partito Radicale riguardo la
revisione di alcuni privilegi fiscali del Vaticano.
Nel nostro paese la cultura della
Laicità stenta ancora molto a istituirsi di fatto, sebbene la
Costituzione ne sancisca l’esistenza. Indagini recenti di
Repubblica, Panorama etc.. . hanno stimato nell’ammontare di una
normale manovra finanziaria i fondi che lo Stato italiano
percepirebbe se al Vaticano fossero fatte pagare ICI, tasse sulle
attività commerciali, o se fossero rivisti in parte gli accordi
inerenti l’8x1000 od ancora gli stipendi degli insegnanti di
religione (nominati dalla Curia).
Non si vuole di certo sminuire il
valore culturale e morale della Chiesa, che rimane un fondamentale
baluardo per molti fedeli, ma avviare discussioni riguardo gli
eccessivi privilegi fiscali di cui dispone la Santa Sede mi pare un
atto dovuto ed onesto: in pieno stile IDV.
Sono fermamente convinto che gioverebbe
al Partito prendere in analisi le vertiginose cifre, sottratte allo
Stato – e quindi ai cittadini-, derivanti dal mancato gettito
fiscale attualmente consentito al Vaticano.
I soldi recuperati dalla revisione di
questi privilegi darebbe di certo più di una boccata d’ossigeno
alle casse del Nostro Stato, che potrebbe così destinare questi
fondi al pareggio di bilancio ed all’avvio di riforme atte a
consentire un progresso nazionale.
Giustissimo abolire le provincie e
tagliare gli sprechi della Pubblica amministrazione, altrettanto
giusto, a mio parere, avviare un serio e sereno dibattito su quanto
il Vaticano costi economicamente a noi contribuenti.
Valerio Bianconi