mercoledì 1 giugno 2011

Referendum: il Governo boicotta il voto degli Italiani all'estero



Il 12 e il 13 Giugno siamo chiamati a votare per un'importante consultazione referendaria su tre quesiti. Decideremo se il nostro paese si proietterà nel futuro abbracciando le energie rinnovabili oppure farà un balzo indietro tornando all'energia nucleare; se l'acqua é un diritto o una merce come le altre, e se la legge é uguale per tutti i cittadini o ce ne sono alcuni più uguali di altri.
Il Governo, é ormai chiaro a tutti, sta cercando in tutti i modi di sabotare il referendum non solo con il classico "andate al mare" di craxiana memoria" ma anche evitando di informare i cittadini. Senza ricordare il mancato accorpamento delle date referendarie con le elezioni amministrative che é costato 400 milioni di euro, soldi pubblici che in tempo di crisi potevano essere usati in ben altro modo.
Ma c'é anche un altro aspetto della strategia di sabotaggio governativa forse meno noto: si tratta del voto degli Italiani all'estero.
Gli Italiani all'estero hanno il diritto e il dovere di votare ma di fatto hanno notevoli restrizioni nel poterlo esercitare concretamente. Funziona così: le schede elettorali vengono inviate dai consolati alle residenze degli italiani all'estero i quali votano per corrispondenza rispedendo la scheda compilata. Purtroppo in moltissimi casi, nella stragrande maggioranza dei casi, i consolati non stanno inviando le schede elettorali per cui gli Italiani che vivono all'estero devono andare a ritirarle di persona presso il consolato più vicino. Molti consolati inoltre sono stati chiusi negli ultimi anni e quindi, non essendo possibile neanche un ritiro per delega della scheda elettorale, ne deriva che molti italiani non votano. Tuttavia i residenti all'estero concorrono alla formazione del quorum per il referendum e si tratta di oltre tre milioni di aventi diritto al voto. Inoltre negli ultimi mesi gli stessi consolati, su indicazione del ministero degli esteri, hanno aggiornato le iscrizioni degli italiani presso le anagrafi elettorali all'estero che sono aumentate di oltre l'8%. La conseguenza di questa strategia antidemocratica é la seguente: per raggiungere il quorum in queste circostanze non si dovrà raggiungere il 50 % + uno dei voti realmente espressi ma, tenendo conto degli Italiani che avranno difficoltà a votare, si avrà bisogno della partecipazione di almeno il 55% degli aventi diritto al voto.


A questo si aggiunge il tentativo di bloccare il quesito sul nucleare con l'introduzione di una norma legislativa che sospende solamente per un anno il programma di costruzione delle centrali sulla quale entro il 9 giugno la Cassazione dovrà esprimersi in merito. Questo rende ancora più grave la situazione. Nel caso in cui la Corteo decida per l'annullamento del quesito ci troveremo in una situazione abominevole: infatti per quella data i pochi italiani all'estero che avranno ricevuto le schede avranno già espresso il proprio voto (gli italiani residenti all'estero devono spedire le loro schede entro il 9 giugno). Si tratterebbe per la prima nella storia repubblicana di una consultazione elettorale fermata quando alcuni elettori hanno già espresso il proprio voto, una consultazione che viene interrotta a voto già aperto. É evidente che il comportamento del Governo e della maggioranza é quello di chi vede tramontare la propria era e cerca di restare al potere in tutti i modi possibili incurante delle conseguenze: muoia Sansone con tutti i Filistei. Per questo il 12 e il 13 giugno dobbiamo andare a votare e accelerare l'inizio di una nuova stagione.

Alex Paiella  

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