domenica 13 marzo 2011

Fukushima: rischio fusione anche per il reattore n.3


Secondo le agenzie Adskronos e Kyodo persiste lo stato di massima allerta presso la centrale nucleare di Fukushima, pesantemente danneggiata dal terremoto dei giorni scorsi. Si continua ad immettere acqua nel reattore numero uno esploso ieri mattina provocando il crollo del soffitto e della gabbia esterna di contenimento. Lo stesso avviene per i reattori due e tre nei quali persistono problemi al sistema di raffreddamento e rischi di aumento di pressione ed esplosioni. Dal sito ufficiale del gestore nazionale TEPCO si apprende che nei reattori 1 e 3 le autorità iniettando insieme ad acqua di mare anche acido borico, una sostanza che ha il compito di catturare neutroni e controllare eventuali reazioni nucleari a catena. Una evenienza quindi quella della fusione nucleare che per questi due reattori non può essere ancora del tutto esclusa.
È chiaro, stiamo vivendo una situazione di incertezza in cui le informazioni ufficiali tendono a ridurre gli allarmismi, minimizzando probabilmente in maniera eccessiva la potenziale gravità della situazione.
Sale infatti il numero delle vittime contaminate, e Kyodo News riporta che almeno 10 casi di contaminazione sono stati accertati fuori dal perimetro dei 20 chilometri considerati a rischio.
Una situazione in rapida evoluzione, con informazioni anche contraddittorie che si susseguono e difficili spesso da verificare. Ci auspichiamo che lo sforzo ed i sacrifici dei tecnici unitamente alla tecnologia a loro disposizione possa scongiurare il peggio, ma tutto questo impone inevitabilmente una riflessione critica sui nostri modelli di sviluppo e sull’opportunità di rivedere anche in Italia i programmi di approvvigionamento energetico.
Certo siamo difronte ad un evento sismico di inaudita violenza ma non dimentichiamoci che stiamo cercando di scongiurare che la catastrofe venga da una delle centrali nucleari sino ad oggi ritenuta tra le più sicure al mondo.

Claudio Santi

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