“Per
dare giudizi definitivi attendiamo il proseguimento e la chiusura
dell’inchiesta, tuttavia si profilano coni d’ombra e
atteggiamenti tutt’altro che trasparenti”. In questo modo Matteo
Minelli, coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori
dell’Umbria, commenta il blitz della guardia di finanza e della
polizia presso la sede delle Opere Pie e del comune per reperire
documentazioni sul caso Ikea. “Abbiamo appreso stamani
dell’avanzamento dell’indagine, e vogliamo esprimere pieno
sostegno all’attività della magistratura e delle forze
dell’ordine”. L’inchiesta si pone due obiettivi: fare luce sul
bonus di un milione e mezza di euro erogato all’ente ben oltre la
data del 31 Dicembre 2010; termine ultimo entro cui incassare la
somma secondo il contratto stipulato con la Sea. Denaro senza cui
l’istituto avrebbe avuto i bilanci in rosso e forse sarebbe stato
costretto a chiudere i battenti. Altra questione sulla quale le forze
dell’ordine e la magistratura vogliono chiarimenti è l’operazione
di permuta, nella quale i terreni di San Martino sono stati scambiati
con dei vigneti a Montefalco poi rivenduti a prezzi piuttosto bassi.
In tutta la vicenda il comune di Perugia è parte in causa, sia
perché il sindaco nomina presidente e consiglio d’amministrazione
delle Opere Pie, sia perché riceverà dai permessi di costruzione e
dagli oneri di urbanizzazione degli immobili del complesso Ikea oltre
sei milioni di euro.
“Siamo
convinti - prosegue Minelli - che il comune , saprà dare tutte le
risposte necessarie a chiarire la questioni poste dalla magistratura.
I perugini e tutti gli umbri meritano dei chiarimenti immediati
tanto più in un periodo come quello odierno caratterizzato
dall’esplodere della questione morale nella nostra regione e
dall’emergere di comportamenti disonesti in una parte della classe
politica. Oggi con ancora maggiore convinzione credo sia opportuno
riaprire una riflessione sull’insediamento Ikea di San Martino.
Quantomeno rinnovo la necessità di espletare tutte le procedure
legislative legate all’iter di approvazione del progetto, prima tra
esse la valutazione d’impatto ambientale. Mi pare ovvio –
conclude il giovane coordinatore- che qualora emergessero dei profili
di illegalità o anche soltanto fossero ravvisati comportamenti
palesemente amorali sarebbe doveroso bloccare la costruzione del
sito.
foto umbria24
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