venerdì 21 ottobre 2011

Inchiesta Ikea



Per dare giudizi definitivi attendiamo il proseguimento e la chiusura dell’inchiesta, tuttavia si profilano coni d’ombra e atteggiamenti tutt’altro che trasparenti”. In questo modo Matteo Minelli, coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria, commenta il blitz della guardia di finanza e della polizia presso la sede delle Opere Pie e del comune per reperire documentazioni sul caso Ikea. “Abbiamo appreso stamani dell’avanzamento dell’indagine, e vogliamo esprimere pieno sostegno all’attività della magistratura e delle forze dell’ordine”. L’inchiesta si pone due obiettivi: fare luce sul bonus di un milione e mezza di euro erogato all’ente ben oltre la data del 31 Dicembre 2010; termine ultimo entro cui incassare la somma secondo il contratto stipulato con la Sea. Denaro senza cui l’istituto avrebbe avuto i bilanci in rosso e forse sarebbe stato costretto a chiudere i battenti. Altra questione sulla quale le forze dell’ordine e la magistratura vogliono chiarimenti è l’operazione di permuta, nella quale i terreni di San Martino sono stati scambiati con dei vigneti a Montefalco poi rivenduti a prezzi piuttosto bassi. In tutta la vicenda il comune di Perugia è parte in causa, sia perché il sindaco nomina presidente e consiglio d’amministrazione delle Opere Pie, sia perché riceverà dai permessi di costruzione e dagli oneri di urbanizzazione degli immobili del complesso Ikea oltre sei milioni di euro.

Siamo convinti - prosegue Minelli - che il comune , saprà dare tutte le risposte necessarie a chiarire la questioni poste dalla magistratura. I perugini e tutti gli umbri meritano dei chiarimenti immediati tanto più in un periodo come quello odierno caratterizzato dall’esplodere della questione morale nella nostra regione e dall’emergere di comportamenti disonesti in una parte della classe politica. Oggi con ancora maggiore convinzione credo sia opportuno riaprire una riflessione sull’insediamento Ikea di San Martino. Quantomeno rinnovo la necessità di espletare tutte le procedure legislative legate all’iter di approvazione del progetto, prima tra esse la valutazione d’impatto ambientale. Mi pare ovvio – conclude il giovane coordinatore- che qualora emergessero dei profili di illegalità o anche soltanto fossero ravvisati comportamenti palesemente amorali sarebbe doveroso bloccare la costruzione del sito. 

foto umbria24

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