“Allarmanti” .Così Matteo Minelli, coordinatore regionale
dei giovani dell’Italia dei Valori, commenta i dati sulle iscrizioni all’ateneo
di Perugia, che seppure non definitivi, indicano un calo delle presenze del
7,80%, pari a 1552 studenti in meno rispetto lo scorso anno.
“ I numeri sono impietosi, le immatricolazioni scendono
drasticamente in quasi tutte le facoltà, con punte di oltre il 23% a Lettere
e a Scienze Politiche. È inoltre
preoccupante che l’emorragia si estenda anche ad ambiti di studio scientifici e
a forte vocazione professionale, come Agraria, Economia e soprattutto Medicina
e Chirurgia.”
“Senza dubbio le cause scatenanti di questo deflusso sono l’aumento
delle tasse universitarie e il peggioramento dell’offerta formativa; due
nefaste conseguenze dell’incessante taglio dei fondi all’intero mondo
dell’istruzione e della ricerca.
“Anche se in misura minore, incidono comunque in queste dinamiche
alcune scelte errate di carattere locale. Da tempo – prosegue Minelli- come
giovani dell’Italia dei Valori denunciamo il fatto che le amministrazioni
Umbre, in particolar modo il comune di Perugia, non abbiano affatto compreso
l’importanza degli studenti nello sviluppo dell’economia del regionale. Beni e
servizi per la popolazione universitaria poco efficienti e troppo costosi, una
burocrazia ancora troppo macchinosa, problemi tradizionali della nostra
regione, come la pessima logistica della rete viaria, rendono il nostro ateneo
sempre meno appetibile per gli studenti, in particolare i fuori sede.”
“Oltretutto la volontà delle istituzioni di mutare l’università
da un centro di massa, capace di formare
un alto numero di laureati, in una research university, basata soltanto sul
potenziamento di alcuni settori di ricerca, avrà come unica conseguenza
tangibile la fortissima diminuzione della popolazione universitaria, che si
prevede passerà da 30.000 a 18.000 individui. Una scelta miope, tanto più in una
fase di crisi economica come questa, in cui non possiamo assolutamente
permetterci di perdere una risorsa tanto importante sia in termini di consumi
che di crescita culturale del tessuto cittadino.”
“I numeri parlano chiaro: è necessario- conclude il giovane
coordinatore- aprire una profonda riflessione da parte dell’Università e delle
istituzioni locali, per porre un freno a questo infausto fenomeno, partendo da
un assunto fondamentale: Perugia deve
potenziare e non frenare, la sua vocazione di città universitaria.”