“L'indagine combinata Asstra e Isfort conferma che il biglietto unico
perugino è il più caro d’Italia. A fronte di questo esborso si registra
l'ennesima riduzione delle corse e della lunghezza dei tragitti. E' ovvio che si
sta sbagliando su tutti i fronti”.
I giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano aspramente la
diffusione degli ultimi dati che attestano Perugia come città più cara per il
trasporto pubblico. “Da mesi denunciamo la miope gestione della mobilità del
capoluogo. Biglietti e abbonamenti troppo esosi, corse tagliate, assenza di
specifici servizi per la popolazione universitaria costituiscono un disincentivo
fortissimo all’utilizzo dei mezzi pubblici. La politica del Comune si dimostra
fallimentare, come peraltro ammette lo stesso assessore Ciccone, il quale
ammette che l’innalzamento delle prezzi non ha provocato nuovi ricavi ma una
perdita dei passeggeri.
Siamo consapevoli - proseguono i giovani dell’Idv- dei
tagli inflitti dal passato governo agli enti locali, tuttavia crediamo che
sarebbe stato opportuno affrontare un tema delicato come quello del trasporto
con maggiore oculatezza. Abolire da subito le corse inutili e aprire il
minimetrò fino a orari notturni, almeno nel fine settimana, alzando il costo del
biglietto a un massimo di un euro e trenta, ma estendendone nel contempo la
durata a novanta minuti, anche in virtù del caro-benzina, avrebbe permesso di
mantenere inalterato se non aumentato il numero degli utenti, a tutto vantaggio
delle nostre tasche e dei nostri polmoni. Speriamo - concludono i giovani Idv -
in un rapido cambio di strategia”.
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