Il Coordinamento provinciale di TERNI dell’IDV si è riunito per esaminare il recente Piano Regionale dei Rifiuti, approvato il 5 maggio 2009, che pone al centro della soluzione della gestione dei rifiuti, la costruzione di un inceneritore nella provincia di Perugia, il recupero di quello di Terni ed l’ampliamento delle discariche esistenti.
Nello stesso piano viene esplicitato che “In fase attuativa verranno sostenute iniziative volte all’avvio di attività imprenditoriali finalizzate a garantire il riutilizzo ed il riciclo dei materiali provenienti da raccolte differenziate” e che “l’indicazione in relazione alla nuova impiantistica della possibilità di riferirsi sia a processi di tipo aerobico (compostaggio), che di tipo anaerobico (digestione anaerobica) o anche integrati, purché tali realizzazioni siano previste in linea con le Migliori Tecniche Disponibili di settore” valutando anche metodi alternativi di Pretrattamento dei rifiuti.
L’elemento che vogliamo mettere al centro della discussione è proprio questo, per riaffermare che siamo del tutto contrari alla impostazione e alle scelte politiche e culturali che sono alla base di quei progetti che si limitano a riaffermare la centralità dell’incenerimento e delle discariche.
Esistono in Italia e all’estero esperienze positive di trattamento e pretrattamento dei rifiuti, come per esempio quello implementato dal Centro riciclo di Vedelago, che gestisce dal 1999 un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti ai fini del recupero dei materiali. Nello specifico l'attività consiste nel ricevere le frazioni secche riciclabili, selezionarle in base alla composizione merceologica, compiere le operazioni necessarie per la riduzione volumetrica, gestire la fase di destinazione in uscita delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende che li impiegano nei loro cicli produttivi. All'impianto di riciclo conferiscono i comuni, singoli o consorziati, e le aziende produttive che attuano la raccolta differenziata.
La soluzione del trattamento dei rifiuti del genere sopra accennato, si fonda sulla considerazione del rifiuto non più come mero materiale da distruggere o sotterrare, ma come merce da collocare sul mercato; essa è allo stato l’unica strada che appare risolutiva per eliminare gli effetti collaterali sulla salute pubblica che sono certamente nocivi sia nel caso dell’incenerimento per la propagazione degli effetti della combustione nell’aria, sia per la produzione delle ceneri che comunque risulteranno circa 1/3 del volume originario. Tutto questo obbliga alla continua ricerca ed ampliamento delle discariche dove conferire tanto le ceneri, che comunque vanno monitorate, quanto i rifiuti conferiti in discarica che comportano rischi per l’inquinamento dell’ambiente anche di lunga durata.
Sulla base di tali considerazioni riteniamo pertanto che debba essere rivista e aggiornata la proposta del Piano d’Ambito territoriale 4 laddove non vengono contemplate soluzioni alternative all’incenerimento o al conferimento in discarica, alternative rese possibili dallo stesso Piano Regionale.
Più concretamente riteniamo che non sia più possibile trascurare gli elementi di base per un Piano di gestione sostenibile dei rifiuti che sono rappresentati da:
Previsione vincolante immediata nel rispetto della legge e dei regolamenti per la raccolta differenziata attraverso la raccolta porta a porta per tutto il territorio provinciale, che coincide al momento con quello dell’Ambito, unitamente alla soppressione delle campane o dei cassonetti per le strade;
Elaborazione di un piano aziendale che fissi gli obiettivi per le quote di riciclo e indichi chiaramente il modo di raggiungerli, puntando al riciclo totale delle materie attraverso la creazione dei Centri di riciclo
Lo stesso piano aziendale dovrà prevedere che la raccolta differenziata segua criteri di efficienza ed efficacia in modo che, i consorzi preposti, non possano rifiutare i materiali recuperati, ma, anzi, si possa ottenere dal loro conferimento il massimo profitto economico;
Rispetto del criterio di prossimità e di autonomia di ciascun territorio escludendo l’ingresso di rifiuti o materie da fuori Regione;
Applicazione effettiva della tariffa, consistente nella deduzione della quota relativa alla consegna di materiali selezionati per il riciclo da parte del cittadino con conseguente sgravio finanziario.
Inoltre, il progetto per la nuova discarica di Orvieto va stralciato e abbandonato, limitandosi ad un programma di completamento dell’esistente, che tuttavia andrà sottoposto a tutte le valutazioni che tengano conto della riduzione a zero del conferimento dei rifiuti, come sopra specificato. Tutto questo ben sapendo che una gestione del ciclo dei rifiuti fondata sulla creazione di nuove strutture e aziende per il riciclo, la diffusione della raccolta porta a porta e le filiere economiche e operative connesse comportano un importante incremento di posti di lavoro.
Scartare ogni possibile soluzione che preveda la realizzazione di inceneritori (anche di ridotte dimensioni). Gli inceneritori, infatti, hanno bisogno di un quantitativo di rifiuti costante: ciò sarebbe in netta contrapposizione con l’incremento delle percentuali di raccolta differenziata oltre a non avere alcun senso né come bilancio energetico, né a tutela dell’ambiente.
Tali aspetti assumono per L’IDV di TERNI un rilievo di primario ordine e rappresentano una priorità, per i nostri territori e l’intera Regione, se si vuole seriamente parlare di innovazione e sostenibilità.
Maria Elisabetta Valloscuro
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