Pubblichiamo un'intervista, comparsa su un mensile di Umbertide, ad Alessio Tardocchi, giovane esponente dell’Italia dei Valori e membro dell’esecutivo altotiberino del partito dipietrista.
Tardocchi come prosegue l’azione politica dell’Idv ad Umbertide?
Direi bene, anche se con qualche difficoltà. Purtroppo il non aver conseguito una rappresentanza in consiglio comunale alle scorse elezioni ci ha un po’ penalizzato dal punto di vista della visibilità. Nonostante questo abbiamo sempre cercato di dire la nostra nelle sedi opportune come i consigli di quartiere e le commissioni consiliari. Ci siamo adoperati per la raccolta firme per i tre referendum presentati da Italia dei Valori, abbiamo organizzato alcuni dibattiti su temi che ci stanno particolarmente a cuore e, in generale, abbiamo sempre cercato di far percepire la nostra presenza sul territorio e di trasmettere le nostre idee.
E la questione del circolo? Sappiamo che, dopo essere stato fondato l’anno scorso, ora fa parte di una più ampia struttura che comprende tutta l’Alta Valle del Tevere.
Si il partito ha ritenuto opportuno accorpare, da un punto di vista puramente organizzativo, Umbertide e Città di Castello creando un unico circolo altotiberino. Questo però non ci ha penalizzato anzi, tre dei nove membri dell’esecutivo del circolo sono umbertidesi, possiamo continuare a far sentire la nostra voce e ad essere incisivi sulla linea politica territoriale. Siamo un gruppo giovanissimo, in pratica quasi tutti gli iscritti di Umbertide sono under 30 e continuiamo ad essere contattati da altri ragazzi che si vogliono tesserare e vogliono dare un contributo a Italia dei Valori.
Sicuramente i giovani vedono in voi un’alternativa agli altri partiti più radicati nel territorio. Come si concretizza questa spinta al cambiamento a livello locale? Quali proposte vi sentite di avanzare con maggior forza per Umbertide?
In questo periodo di crisi è chiaro che la priorità sono i lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto. Dobbiamo dare atto all’amministrazione comunale di aver affrontato bene, limitatamente alle competenze comunali, le questioni più calde sul tavolo. Penso ad esempio alla Solfer, alla Piselli o alla Seas. Si è riusciti a mantenere una coesione sociale che, in un periodo come questo, è fondamentale. Detto ciò noi abbiamo in mente una città più verde e meno cementificata, con piste ciclabili e aree di ritrovo che favoriscano la socializzazione. Una città che ricicli di più, dove venga avviato un servizio serio di raccolta differenziata che ci permetta di fare la nostra parte nel drammatico quadro regionale. Una città con una politica trasparente ed inclusiva, dove tutti i cittadini siano parte integrante delle scelte dell’amministrazione. Una città con una cultura sportiva avanzata non solo sul calcio ma su tutte le discipline. Una città che possa offrire ai giovani occasioni di svago ed eventi culturali di rilievo senza costringerli ad andare sempre altrove a cercarli.
A tutti gli esponenti degli altri partiti intervistati finora abbiamo chiesto un’analisi della situazione politica nazionale.
La prima cosa da dire è che, senza ombra di dubbio, siamo al punto più basso mai toccato dalla nostra democrazia. A me personalmente interessa, più che l’infinita serie di scandali cui abbiamo assistito, il fatto che il governo è completamente immobile, il paese non sta crescendo e settori fondamentali come la cultura, l’istruzione e l’innovazione tecnologica sono sati completamente trascurati.
Crede quindi che l’unica soluzione praticabile sia il ritorno alle urne immediato?
D’istinto risponderei di si. Bisogna però ricordarsi che con questa scandalosa legge elettorale non solo il cittadino non può scegliere i propri rappresentanti ma si rischierebbe di non avere una maggioranza in grado di governare e di ritrovarsi, di qui a pochi mesi, nella stessa situazione attuale. Un governo che faccia la riforma elettorale e una finanziaria per ripartire potrebbe essere una soluzione. Se non c’è la possibilità meglio il voto subito.
E in caso di elezioni, a suo parere, che alleanze dovrebbe stringere l’Idv?
Nell’arco del centrosinistra, come è ovvio, il principale interlocutore è il Partito Democratico. Mi sembra, però, che l’immobilismo di Bersani e degli altri dirigenti non sia più tollerabile. Il Pd deve scegliere con chi stare: se si continuano a prospettare ridicole alleanze con Casini o con i finiani Di Pietro deve sganciarsi dai nostri alleati e fare una scelta di campo dialogando con le altre forze della sinistra, la nostra parte politica.
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