mercoledì 9 febbraio 2011

Se Non Ora, Quando?


Questa settimana è cominciata, di nuovo, con ampie prime pagine dedicate al mestiere piu' antico del mondo. I principali quotidiani nazionali, infatti, continuano a parlare quasi esclusivamente del sempre piu' ampio harem (o dovrei dire postribolo..) del premier, propinandoci ogni giorno, o peggio, ogni ora, un nuovo nome da inserire nella lista delle sue favorite o una nuova nauseante intercettazione dalla quale estrapolare preziose dritte su come spillare soldi, case e contratti a un settantenne allupato. Questa settimana è iniziata come tante altre, quindi, ma termina con una grande mobilitazione nazionale: domenica prossima, in quasi tutte le piazze italiane, sono state organizzate manifestazioni e sit-in per difendere la dignità delle donne. La protesta non nasce in seguito alle rivelazione sui festini di Arcore: nasce dall'esasperazione di una situazione che va avanti ormai da troppo tempo, sostenuta forse, in parte, dal maschilismo di alcuni, ma sopratutto dalla stupidità, di tanti uomini e di tante donne. La stupidità degli uomini sta nel considerare le donne come belle cose (le brutte, si sa, non si considerano affatto): oggetti sessuali per serate tra amici dopo tante ore di lavoro, specchietti per le allodole nelle liste elettorali, ornamenti in Parlamento, merce di scambio per vincere magicamente appalti e incarichi di vario tipo, culi e tette da guardare durante un quiz televisivo come in una noiosa riunione di partito. La stupidità delle donne sta nel credere di essere piu' furbe: piu' furbe degli uomini che le considerano come belle cose, piu' furbe delle altre donne. Di quelle che studiano, di quelle che lavorano, di quelle che con 110 e lode devono accontentarsi di un lavoro precario e sottopagato, di quelle che fanno la gavetta, di quelle che non si vendono. Di quelle che hanno dignità. Ed è proprio la dignità di tutte noi ad essere insultata, ormai quotidianamente da questo governo, dai suoi rappresentanti, dalle sue leggi e dalle sue televisioni. E il premier non è ovviamente da meno, anzi. Ci siamo sentite dire che per combattere il precariato dobbiamo sposare un uomo ricco, che abbiamo meno necessità di studiare rispetto a un uomo, addirittura che siamo sedute sulla nostra fortuna. Per non parlare di quando si riferì alla Bindi con l'ormai celebre “lei è piu' bella che intelligente” o parlò di Eluana come una donna che “poteva avere figli”. Berlusconi in questi anni ci ha abituato a vergognarci, non solo di lui e delle sue affermazioni ma anche di tanti nostri connazionali, e non solo perchè quando è il momento decidono di votarlo, ma perchè condividono con lui l'assoluta mancanza di valori e contenuti. Appoggiare quest'uomo, vuol dire condividere le sue idee, il suo modo di vedere la vita e il suo modo di considerare le donne. Molte persone, infatti, in questo periodo commentano le ultime vicende dicendo che ognuno è libero di fare quel che vuole nella propria camera da letto: questo avrebbe senso per un libero cittadino, che non rappresenta nessuno fuorchè se stesso e che se ricattato da una prostituta minorenne lede solo la sua immagine (oltre che violare il codice penale..) e non quella di un intero paese. Molti altri ripetono a pappagallo quello che sentono nei videomessaggi alla Bin Laden imposti ai tg delle televisioni pubbliche e private, altri ancora dicono che è tutta una macchinazione dei comunisti per eliminarlo dalla scena politica, negando l'evidenza come la Santanchè insegna.

Le donne italiane non sono tutte cosi'. Non ci sentiamo rappresentate da chi ha raggiunto i vertici della carriera politica percorrendo scorciatoie che passano per la discoteca seminterrata di Arcore. Il paese è pieno di donne e ragazze che studiano, lavorano e vivono in modo dignitoso e onesto: finchè non saranno donne cosi' a rappresentarci, ci sarà sempre bisogno di scendere nelle piazze per dire basta.


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