Aderiamo con convinzione al presidio indetto per oggi dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia per esprimere ancora una volta, con forza, il nostro sdegno di fronte alla proliferazione di manifestazioni organizzate da movimenti che si autoproclamano neofascisti. Oggi siamo a Borgo XX Giugno anche per dire un secco no all’omofobia propagandata dalla formazione estremista Forza Nuova, che nella nostra regione si è resa responsabile di una serie di atti detestabili nei confronti della comunità omosessuale. Particolarmente gravi e pericolose risultano le parole espresse da Riccardo Donti, responsabile locale di FN, in merito ad un recente incontro organizzato dall’Arcigay in una scuola perugina. Parole che ci lasciano indignati e inorriditi, tanta è la violenza e la brutalità con cui vengono pronunciate. Donti, rivolgendosi agli attivisti del circolo Arci, usa epiteti quali “omosessualisti militanti “, e parlando del loro orientamento sessuale introduce il termine “devianza”, dimostrando esclusivamente di essere infarcito di pregiudizi retorici e di non rispettare minimamente il diritto all’autodeterminazione dell’individuo. Vogliamo quindi esprimere tutta la nostra solidarietà alla comunità LGBT per tutti i vili attacchi ricevuti e per gli atti esecrabili perpetrati nei suoi confronti. Al contempo intendiamo rimarcare il nostro totale dissenso rispetto alla decisione di autorizzare il corteo di Forza Nuova . La libertà di espressione e di manifestazione finisce dove inizia l’incitamento all’odio e alla violenza, un principio che le istituzioni democratiche dovrebbero ricordare sempre.
Giovani Italia dei Valori Umbria.
lunedì 2 aprile 2012
giovedì 29 marzo 2012
Giovani IDV: Noi dalla parte della Giustizia e della Legalità, forza nuova da quella del razzismo.
la locandina realizzata dai Giovani IdV Umbria per le celebrazioni dello scorso 25 Aprile
Come giovani dell’Italia dei Valori ci uniamo all’appello
lanciato dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia al prefetto, al
questore, al sindaco Boccali e a tutte le Istituzioni locali, con il quale si
chiede di annullare il corteo indetto per sabato prossimo dal partito di
estrema destra Forza Nuova. L’evento appare ancora più grave poiché rappresenta
il culmine di una serie di manifestazioni organizzate nella nostra regione da
movimenti di chiara ispirazione fascista e xenofoba. In particolare risulta
vergognoso il tentativo portato avanti da queste formazioni di strumentalizzare
i terribili fatti di cronaca nera accaduti recentemente nel capoluogo con il
solo scopo di alimentare un crescente clima di intolleranza e razzismo. Basta
andare sul sito di Forza Nuova e leggere il commento al volantino per
l’iniziativa del 31 marzo per rendersi conto di quanto poco si parli di
giustizia e quanto invece si inciti alla discriminazione e all’odio. Nessuno può darci lezioni in tema di
sicurezza, visto che, come giovani dell’Italia dei Valori, per primi abbiamo
denunciato l’escalation criminale che si stava verificando nell’area nord del
comune di Perugia, chiedendo interventi immediati da parte delle autorità
cittadine. Tanto meno possiamo ricevere lezioni da questi movimenti politici
che si pongono fuori dall’arco costituzionale, dalla legalità democratica, e
che sono fondati e guidati da personaggi che hanno operato all’interno di
organizzazioni terroriste e sono stati a lungo latitanti internazionali. Ribadiamo
pertanto il pieno sostegno all’invito rivolto dall’ANPI a tutte le istituzioni
affinché vietino questa iniziativa.
Giovani Italia dei Valori dell’Umbria
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giovedì 22 marzo 2012
Lo Spread dei Diritti
Dalla scorsa estate una nuova
parola carica di inquietanti significati è entrata nel quotidiano lessico degli
Italiani, ispirando le scelte di politica economica e gli interventi nel
settore pensionistico del governo e incidendo profondamente nelle
condizioni di vita materiali dei
cittadini. Stiamo parlando dello spread
che indica il differenziale di rendimento tra i titoli di debito emessi dallo
stato italiano (BOT, CCT) e quelli emessi
dallo stato tedesco (BUND). Le manovre
del governo avevano come obiettivo quello di far diminuire lo spread, ovvero far calare la differenza
tra i tassi di interesse dei titoli di stato italiani e tedeschi. Quindi lo spread indica una differenza
quanti/qualitativa tra due situazioni comparabili.
Ciò detto esiste un altro spread che condiziona la vita di centinaia
di migliaia di cittadini italiani e che per ciò meriterebbe di entrare
nell’agenda e nel dibattito politico nazionale. Stiamo parlando dello spread dei diritti ovvero della
drammatica differenza che esiste tra l’Italia e gli altri paesi europei nel
riconoscimento dei diritti civili. Recentemente ce lo ha ricordato una sentenza
della Corte di Cassazione che, chiamata a pronunciarsi sul riconoscimento di un
matrimonio omosessuale contratto in Olanda da una coppia italiana, ha negato la
trascrizione del matrimonio a causa della lacuna nella legislazione italiana
affermando tuttavia che: ”… una coppia di
fatto, nell’impossibilità legislativa a contrarre matrimonio in Italia, ha
diritto a vivere liberamente la propria condizione con pari diritti rispetto
alle coppie etero”. La sentenza della corte sembra aprire la strada
affinché le coppie LGBT si rivolgano al giudice ordinario finché il Parlamento
non provvederà a legiferare in materia. In questa maniera si assisterebbe però
ad un riconoscimento dipendente dalle singole sentenza e perciò variabile e non
uniforme a livello nazionale.
Ma quale è la situazione negli
altri paesi europei? Nei maggiori paesi dell’Unione (GB, Germania, Francia,
Spagna, Olanda solo per citarne alcuni) esistono differenti forme di
riconoscimento delle coppie di fatto, omosessuali o non, che prevedono diversi
gradi di tutela. I nomi che assumono sono vari tuttavia esiste un nucleo di
diritti che viene previsto in tutti gli ordinamenti legislativi: dai diritti di
successione alla previdenza sociale, dall’assistenza sanitaria ai congedi in
caso di eventi gravi del partner insomma tutte quelle tutele che permettono di
vivere serenamente una vita di coppia.
In questo scenario l’Italia si
distingue per la completa assenza di una disciplina normativa che regolamenti
la materia. Nella passata legislatura si era assistito al timido tentativo del
governo Prodi di introdurre, attraverso i DICO, il riconoscimento delle coppie
di fatto. Tentativo naufragato tra l’ipocrisia del family day e la fragilità del sostegno parlamentare. Stessa sorte è
toccata al disegno di legge contro l’omofobia presentato nell’attuale
legislatura. Nel frattempo i fatti di cronaca ci hanno raccontato di soprusi,
prepotenze, violenze e pestaggi a danno di coppie omosessuali. Ultima in ordine
temporale quella verificatesi in una discoteca di Varesotto dove una coppia gay
è stata malmenata da un buttafuori mentre ballava sul cubo. Questo clima di
intolleranza omofoba viene poi alimentato dalle continue dichiarazioni di
esponenti politici irresponsabili. Ricordate quanto detto recentemente dall’ex
ministro Giovanardi (due donne che si baciano come chi fa pipi per strada)?
In questo contesto di generale
squallore e inciviltà si intravede però una piccola speranza rappresentata da
un progetto di legge presentato dal PD e
dall’IDV che mira a regolamentare le unioni civili e dare quindi alle coppie di
fatto gli stessi diritti della famiglia fondata sul matrimonio. Non resta che
sperare che questo parlamento, fulminato sulla via di Damasco, decida di dare
dignità a centinaia di migliaia di coppie italiane avvicinandoci all’Europa e
cercando di diminuire, ancora una volta, questo maledetto spread.
Alex Paiella
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martedì 6 marzo 2012
Prosegue la raccolta firme dei Giovani IdV dell'Umbria
Dopo il successo della raccolta della scorsa settimana
prosegue la campagna dei Giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria “+ Borse – Armi = Diritto allo studio”; una
raccolta firme per ottenere che i fondi destinati all’acquisto di materiale
bellico, in particolare ai nuovi F35, vengano dirottati al ripristino di tutte
le borse di studio annullate nell’ultimo anno. Chiediamo semplicemente –
affermano giovani Idv - di applicare i dettami fondamentali della nostra
costituzione, in cui si afferma testualmente che l’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali (art.11) e che i capaci e meritevoli,
anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi (art. 34).
La raccolta firme si terrà domani 7 Marzo dalle 12 e 30 alle 14 e 30
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, e sabato 10 Marzo nel pomeriggio lungo corso
Vannucci.
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lunedì 5 marzo 2012
Terni in bicicletta dice No all'Inceneritore
Una biclettata a Terni per dire no alla riattivazione dell’inceneritore di Terni ENA; questa è stata l’iniziativa a cui i Giovani dell’IDV della provincia di Terni e tutto il partito hanno preso parte sabato pomeriggio. Una manifestazione promossa dal comitato cittadino “No inceneritori Terni”, che ha visto la partecipazione di moltissimi ternani. Grandi e piccoli si sono ritrovati sotto palazzo Spada animati da un unico intento, quello di far sentire la loro voce al Sindaco e ribadirgli la loro contrarietà all’incenerimento dei rifiuti. La termovalorizzazione è ormai da tempo una tecnologia considerata sorpassata nell’ambito della chiusura del ciclo dei rifiuti, nonché dannosa per la salute dei cittadini, viste le numerose statistiche che testimoniano un elevato aumento delle patologie cardiovascolari e dei tumori alle vie respiratorie.
Il senso dell’iniziativa non era soltanto quello di manifestare il dissenso, ma anche di creare una vetrina utile per far capire a tutti, quelle che sono le possibili alternative all’incenerimento. Le richieste sono molto chiare: politiche che permettano la diminuzione a monte dei rifiuti prodotti, accompagnate da un aumento massiccio della raccolta differenziata porta a porta e l’emulazione di realtà come quella di Vedelago, che ha visto la realizzazione di impianti atti al trattamento meccanico-biologico dei rifiuti, modalità che ha permesso un cospicuo incremento della raccolta differenziata (perché conveniente, visto che tali ditte acquistano il differenziato) e anche un notevole abbassamento della percentuale di indifferenziato. Anche l’esempio di Reggio-Emilia, citta molto simile a Terni per numero di abitanti, ci sembra ottimo, visto che proprio pochi giorni fa è stato presentato un piano che prevede la chiusura del termovalorizzatore presente in quella zona e parallelamente una strategia per incrementare la raccolta differenziata.
E’ stato lanciato, dunque, un appello che speriamo serva al sindaco di Terni e a tutti gli altri sindaci dell’ATI 4 che a breve dovranno redigere il piano d’ambito relativo alla provincia in materia di rifiuti. I cittadini sono stati chiari: l’inceneritore a Terni non deve ripartire, altrimenti la protesta andrà avanti.
Lorenzo Di Schino - Coordinatore provinciale Giovani IdV Terni
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venerdì 2 marzo 2012
Il Referendum non va in Prescrizione
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua da diversi anni sta portando avanti iniziative per il riconoscimento e la difesa dell’acqua come bene comune e diritto umano universale radicandosi sempre più territorialmente ed assumendo contemporaneamente un respiro nazionale. Il lavoro dei Movimenti ha contribuito a mettere a fuoco vari aspetti della questione acqua, che vanno dalla politica globale ad aspetti di carattere più territoriale. La tutela della risorsa acqua, la critica delle privatizzazioni, la ricerca di nuovi modelli gestionali pubblici incentrati sulla partecipazione attiva della cittadinanza sono una serie di capisaldi del programma politico che ha condotto alla grande campagna referendaria del 12-13 Giugno 2011. La straordinaria partecipazione popolare alla raccolta firme e i quasi 27 milioni di cittadine e cittadini che hanno votato ci danno un segnale chiaro di quanto il tema dell'acqua susciti interesse nell'opinione pubblica.
Gli Italiani hanno detto in modo inequivocabile che non si deve trarre profitto dalla gestione degli acquedotti. Dichiarando ammissibile il referendum sulla remunerazione al 7% del capitale investito, la Corte Costituzionale ha stabilito che il quesito possedeva tutti i requisiti di formulazione idonei a conseguire il fine di ‘rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua’. La Corte ha stabilito inoltre che ‘coessenziale alla nozione di rilevanza economica del servizio è la copertura dei costi non già la remunerazione del capitale’, per cui la normativa successiva all’esito referendario è ‘immediatamente applicabile’, in quanto ‘determinata in modo tale da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio’. A parte i tentativi, del governo Berlusconi prima e di quello Monti poi, di depotenziare gli effetti dell'esito referendario, ad oggi, nessuna delle determinazioni chieste dalla maggioranza degli Italiani è stata ancora messa in pratica. Il perché appare ovvio soprattutto nel caso delle gestioni miste pubblico-privato che troppo spesso finiscono per trasformarsi in sistemi di scambio consenso-favori con conseguenze assolutamente negative in termini di efficienza del servizio ed in termini di costi per i cittadini.
Dobbiamo amaramente constatare che anche nella nostra regione nulla ancora è stato fatto dalle istituzioni locali per tradurre la volontà dei cittadini in atti amministrativi e tecnici concreti. Viceversa accogliamo con favore l’esperienza di ripubblicizzazione promossa dalla giunta di Napoli e dal sindaco Luigi de Magistris, organizzatore del recente “Il 'Forum dei Comuni per i beni comuni' , all’interno del quale è stata lanciata una mobilitazione importante per la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di governo del territorio.
Per comprendere l’importanza di questo tema occorre ricordare che fino su scala nazionale dal 2002 al 2010 le bollette dell'acqua hanno subito un incremento del 65% e se si prende in considerazione la classifica degli ATO più esosi si osserva che tra i primi 25 ben 21 sono a gestione mista (pubblico-privato) o completamente privata. A tale proposito, a livello locale, va ricordato che per quanto riguarda l'ATI 1 l'azienda Umbra Acque vanta, nel 2010, un utile di 2,3 milioni di euro, il 40 % del quale finisce nelle tasche del socio privato (ACEA SpA). Dai dati resi pubblici dal presidente di UA, appare possibile procedere ad una liquidazione del socio privato, visto che con i succitati volumi di profitto risulta facilmente percorribile la programmazione di un piano di recupero delle suddette quote da parte dell'azionariato pubblico.
Per quanto riguarda l'indennizzo per l'uscita dal capitale (danno emergente e lucro cessante dalla data di risoluzione sino al 2027, anno in cui terminerebbe la concessione) dovrà essere seriamente valutata la possibilità di dimostrare l'inadempienza del gestore nei confronti del Piano d'Ambito (lavora che il Forum sta portando avanti da qualche periodo). In particolare nel caso di UA dovranno essere tenuti conto: il forte differenziale tra i costi previsti dal Piano ed i costi reali (in aumento dal 2005 ad oggi e con una previsione catastrofica al 2016, +85%),la riduzione degli investimenti rispetto agli obbiettivi fissati nel Piano,il crescente disavanzo,le oltre 50 denunce di non conformità per scarichi e depuratori (alcune delle quali di rilevanza penale), il deposito cauzionali. Tutte iniziative che condanniamo fermamente così come un dichiarato nuovo aumento delle tariffe. Invitiamo perciò Umbra Acque e l'ATI di riferimento a scongiurare questa possibilità e a muoversi celermente nella direzione auspicata dai cittadini italiani con il referendum del 12 e 13 giugno.
Matteo Minelli
coordinatore regionale giovani Italia dei Valori Umbria
Andrea Ferroni
Coordinatore Provinciale Giovani Comuniste/i Perugia
Minestrini
coordinatore regionale FGCI Umbria,
Jacopo Giovagnoni
Circolo SEL Perugia
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giovedì 1 marzo 2012
+ Borse – Armi = Diritto allo studio
Il
titolo già dice tutto: “+ Borse – Armi = Diritto allo studio” è l'ultima
iniziativa del Dipartimento giovani dell'Italia dei Valori: “Investire su
ricerca, formazione e istruzione è l’unica grande possibilità di crescita e
sviluppo per uno Stato come il nostro – dicono i giovani dipietristi -. Negli
ultimi anni l’Italia è andata esattamente in direzione contraria da questo punto
di vista. Grazie alle manovre economiche del governo Berlusconi sono rimasti
privi di borsa di studio circa 45 mila studenti che ne avevano diritto mentre al
tempo stesso sono aumentate le tasse e diminuiti i servizi. In seguito a queste
scelte totalmente errate l’Italia si è piazzata agli ultimi posti in Europa per
gli investimenti sul diritto allo studio.
Queste
sono le basi che hanno stimolato l’ideazione e la promozione dell’iniziativa “+
Borse – Armi = Diritto allo studio” - insistono i giovani Idv -, linvito che
facciamo è di firmare la nostra petizione che chiede al Governo Monti di
recuperare i 600 milioni mancanti per le borse, dagli investimenti fatti per il
programma di armamento. Non è più tollerabile investire 40 miliardi per
l’acquisto di 133 caccia quando la Costituzione recita testualmente di ripudiare
la guerra. Al tempo stesso il nostro ordinamento sostiene che i capaci e i
meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più
alti di studio.
Chiediamo
semplicemente – concludono i giovani Idv - di applicare i dettati fondamentali
della nostra Carta istitutiva anche perché crediamo fermamente che un cospicuo
investimento nell’istruzione e nella cultura sia fondamentale per rilanciare il
nostro Paese e farlo uscire dalla sua crisi profonda. Il futuro dell’Italia è
rappresentato dalle nuove generazioni, garantirne la formazione è un dovere
dello Stato. La raccolta firme si terrà a Perugia in via Alessandro Pascoli,
giovedì 1 marzo dalle ore 11 alle 15.
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mercoledì 29 febbraio 2012
Liberate Rossella!
29 Febbraio 2012: BlogginDay per Rossella Urru
Rossella coordina i progetti del Cisp in Algeria, lavorando da due anni al miglioramento e alla gestione degli aiuti umanitari. La notte tra il 22 e il 23 Ottobre 2011 è stata rapita da un gruppo di persone armate, verosimilmente della branca Saharawi di Al-Qaeda del Maghreb.
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sabato 25 febbraio 2012
CasaPound in Consiglio a Bastia, l'Idv solidale con gli ex partigiani
"E'
molto grave che per l'ennesima volta un'amministrazione comunale di centrodestra
si presti a concedere spazi pubblici a manifestazioni organizzate da
associazioni che palesemente si richiamano a principi fascisti. In questo caso
la giunta di Bastia Umbra si spinge a concedere la sala del consiglio comunale,
simbolo dell'attività democratica repubblicana, nata proprio all'indomani della
lotta di Liberazione dal nazifascimo. Aderiamo con forza e profonda convinzione
all'appello dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, baluardo e garante
dei valori della Resistenza, momento fondamentale della nostra storia a cui
tutte le forze politiche e sociali culturalmente antifasciste hanno l'obbligo
morale di ispirarsi. Per questo l'Italia dei Valori dell'Umbria parteciperà
all'iniziativa sollecitata dall'Anpi per testimoniare la propria adesione agli
ideali dell'antifascismo e rinnovare lo sdegno di fronte a questo genere di
avvenimenti”.
Massimiliano
Gestroemi, coordinatore dipartimento regionale Diritti e Lavoro Italia dei
Valori Umbria
Matteo
Minelli, coordinatore regionale dipartimento Giovani Italia dei Valori
Umbria
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lunedì 20 febbraio 2012
Giovani idv: L'università pubblica resti laica
“Gravi e surreali -con queste parole i giovani dell’Italia
dei Valori commentano le dichiarazioni di Mauro Cozzari in merito alla polemica sull’apertura del
corso di formazione postlaurea in responsabili di oratorio-. I pregiudizi di
natura confessionale che caratterizzano l’Unione di Centro, portano i suoi
esponenti a sostenere tesi risibili, come quelle secondo cui gli oratori
adeguatamente finanziati sono un veicolo
di aumento a dismisura dell'occupazione e i responsabili di tali strutture
possono essere paragonati a dei veri e propri manager. Questi mujaheddin
nostrani –proseguono i ragazzi dell’IdV- mentre avanzano argomenti prive di
ogni lucidità fingono di non cogliere la vera essenza della questione. Nessuno
intende svilire l'importanza sociale di queste organizzazioni, né tanto meno
intende porre limiti alla libertà religiosa.D'altro canto ribadiamo che la
decisione di tenere all'interno dell'università pubblica un corso la cui
dichiarata finalità è quella di creare un percorso di vita in conformità con i dettami della
Chiesa si pone in aperto conflitto con la natura laica delle nostre
istituzioni. Se questa deve essere la modalità con cui il nostro Ateneo si apre
ad enti privati non possiamo che esprimere la nostra ferma contrarietà a tali
partnership. Speriamo vivamente- concludono i giovani dell’Italia dei Valori-
che il Partito Democratico, a livello locale e nazionale, prenda
definitivamente le distanze dall’Unione di Centro, una formazione
intrinsecamente ostile alla cultura progressista e liberale. “
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lunedì 13 febbraio 2012
IdV rimane coerente sul fronte dell'abolizione delle Province
Pieno sostegno ai consiglieri
provinciali dell’Italia dei Valori che con coerenza hanno votato contro il
documento promosso dall’Upi che chiede la sopravvivenza delle Province. L’IdV è
stata l’unica forza ad esprimere parere negativo, dimostrandosi coerente con la
propria linea politica e fedele al mandato ricevuto da quelle centinaia di
migliaia di cittadini che hanno firmato per l’abolizione dell’ente. Stupisce
invece l’atteggiamento di Pd, Pdl, Udc e socialisti, che si trovano uniti e in
sintonia su una battaglia di retroguardia che ha il sapore di una difesa
d’ufficio. Tanto più perché viene promossa da partiti, che a differenza del
nostro, sostengono il governo Monti che ha deciso di svuotare di competenze le
Province fino a renderle un ente del tutto superfluo da sopprimere nel giro di
pochi anni. Insomma due pesi due misure: a Roma votano per l’abolizione a
Perugia per il mantenimento. L’Italia dei Valori viceversa dà prova di avere
uniformità di giudizi e operato, come peraltro aveva già dimostrato in occasione
dell’approvazione della riforma endoregionale, quando il nostro gruppo a
Palazzo Cesaroni si era impegnato affinché alle Province non fossero attribuite
ulteriori deleghe. Siamo consapevoli che la sola abolizione di questa
istituzione non avrà ripercussioni decisive sulla riduzione del nostro immenso
debito pubblico e per questo vogliamo essere promotori di una forte
razionalizzazione degli altri enti inutili. Al tempo stesso tuttavia siamo
convinti che questo sia un primo grande segnale di cambiamento e rinnovamento
da parte di una classe politica che rischia altrimenti di diventare sempre più
autoreferenziale.
Giovani Italia dei Valori Umbria.
.
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giovedì 9 febbraio 2012
Meno Antimafia e Più Oratori?Idv Giovani Umbria non ci sta
“Come dice il rettore, l’Università deve aprire ai privati per superare la crisi. Se questo, però, significa chiudere il corso di legislazione antimafia per aprirne uno sugli animatori degli oratori non ci siamo”. I giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano con una punta di sarcasmo l’apertura di un corso post laurea in progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio.
Crediamo che il ruolo dell’università pubblica sia centrale e insostituibile, tuttavia comprendiamo la necessità, in alcuni settori e in periodi difficili come questo, di reperire finanziamenti esterni. Nondimeno avremmo sperato che i criteri alla base delle partnership fossero il mantenimento o l’apertura di corsi di laurea e master di livello culturale e scientifico indiscutibile e con un forte orientamento alla creazione di specifiche competenze, immediatamente spendibili nel mondo del lavoro. Il corso di cui stiamo parlando - proseguono i giovani dell’Italia dei Valori - a detta del suo illustre promotore, monsignor Renato Boccardo, delegato CEI in materia di pastorale giovanile, non tende a formare figure proofessionali bensì vuole essere un'esperienza di vita in conformità con i dettami della chiesa cattolica.
Non possiamo accettare una deriva confessionale da parte di istituzioni pubbliche che devono essere laiche per dettato costituzionale. Allo stesso tempo risulta insopportabile vedere chiudere i battenti di corsi come legislazione antimafia, fiore all’occhiello del nostro ateneo. Queste decisioni, dettate da interessi particolari e da presupposti ideologici, condivisi in larga misura anche dal nuovo governo, non hanno nulla a che vedere con le reali necessità dell'Università. E non saranno iniziative come queste a risolvere l’annoso problema del calo di studenti a Perugia, con tutte le conseguenze economiche e sociali annesse”.
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sabato 4 febbraio 2012
Violenze intollerabili: necessari provvedimenti urgenti
"Gli episodi efferati avvenuti in questi giorni nell’area nord di Perugia sono di inaudita gravità, urge un’immediata intensificazione delle azioni di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine.” Così Matteo Minelli, coordinatore dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria, commenta i furti e le violenze verificatisi nelle ultime quarantotto ore a Resina e nelle zone limitrofe. “Il problema della sicurezza nelle aree periferiche del nostro comune è ormai da tempo sotto gli occhi di tutti, tuttavia nulla di concreto è stato fatto dalle istituzioni per impedire il verificarsi di questi esecrabili fatti. Di fronte ad una escalation di violenza di tale proporzione – proseguono i giovani idv- è necessario l’immediato stanziamento di ulteriori fondi per potenziare il monitoraggio di tutte le zone più isolate. Occorre moltiplicare il numero degli agenti sul territorio, impegnando anche i reparti di polizia locale in operazioni di pattugliamento e controllo. È necessario inoltre che la magistratura dia il via immediatamente alle indagini per individuare e perseguire le bande organizzate che sono attive nella nostra regione e in quelle confinanti. Non sono più giustificabili atteggiamenti attendisti e soluzioni al ribasso, che finirebbero da un lato per alimentare ulteriormente un clima di impunità e dall’altro per mortificare i cittadini onesti, a che invece meritano l’istantaneo e incondizionato sostengo di tutte le autorità locali.
foto da Repubblica
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sabato 28 gennaio 2012
Riguardo l'Acqua Pubblica, l'Umbria faccia come Napoli
Sabato 28 gennaio Luigi De Magistris ha convocato a Napoli il “Forum dei Comuni per i beni comuni”, l’assemblea costituente della rete degli amministratori locali per i beni comuni. Beni comuni intesi come patrimonio della collettività e che sono al tempo stesso fondamento irrinunciabile dei diritti e fulcro della democrazia partecipativa.
I 27 milioni di italiani hanno dato alla politica un mandato chiaro ed ineludibile: garantire la partecipazione dal basso alle decisioni e difendere la pubblicità dei beni e dei servizi comuni dalla speculazione del mercato. Da Napoli parte quindi il tentativo di catalizzare una azione di rinnovamento che vede al centro la cogente questione dell’acqua e del rispetto dei risultati referendari. I sindaci ed i comuni italiani non possono continuare a far finta di nulla e devono per primi farsi interpreti del volere popolare anche alla luce delle nuove forme organizzate di mobilitazione e della campagna di “obbedienza civile” promossa dal movimento e dalle associazioni. In Umbria è opportuno dare seguito alle determinazioni referendarie e le amministrazioni pubbliche, anche attraverso i propri rappresentanti anche nelle società partecipate, devono immediatamente presentare piani sostenibili di ripubblicizzazione del servizio idrico.
Diritti, Beni Comuni e Democrazia non possono continuare ad essere etichette propagandistiche né rimanere vuoti contenitori ideologici. Urge, senza ulteriori reticenze, giungere a determinazioni legislative che pongano, a tutti i livelli, la partecipazione dei cittadini al centro di un sistema nuovo disegnato per garantire i Diritti, salvaguardare i Beni e tutelare la Democrazia.
Claudio Santi – Dipartimento Ambiente Acqua Energia e Rifiuti - Idv Umbria
Matteo Minelli - Coordinatore regionale giovani Idv Umbria
Matteo Minelli - Coordinatore regionale giovani Idv Umbria
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venerdì 27 gennaio 2012
Solidali con la Manifestazione degli Studenti
“Non possiamo che
essere solidali con gli studenti che oggi manifesteranno in difesa
della scuola pubblica davanti al rettorato al momento
dell’inaugurazione dell’anno accademico – questo il commento
dei giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria alla notizia del
sit-in organizzato in occasione dell’arrivo del ministro Profumo.
Sarebbe auspicabile – continuano – che in questa circostanza il
ministro delineasse con chiarezza quali misure concrete vuole
mettere in campo per rilanciare il mondo dell’università e della
ricerca. Per ora le dichiarazioni del governo sulla materia sono
state sporadiche e piuttosto disorganiche, talvolta totalmente fuori
luogo: basti pensare alle recenti esternazioni del sottosegretario
Martone. Ci auguriamo – incalzano i giovani dell’IdV – che
l’attuale esecutivo apporti modifiche sostanziali alla riforma
Gelmini, predisponendo un tavolo di discussione con gli studenti e il
corpo docente, ridando quindi il giusto spazio alle componenti che
fin ora sono state messe in disparte. Attendiamo infine dal ministro
e soprattutto dal rettore Bistoni delle chiare prese di posizione in
merito alla grave situazione del nostro ateneo, in cui ad un
inarrestabile calo degli iscritti si è accompagnata, dopo
l’approvazione del nuovo statuto, una forte restrizione dello
spazio di rappresentanza democratica per gli studenti.”
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mercoledì 25 gennaio 2012
Le Unioni Civili
Credo sia sconcertante che nel 2012 Dopo Cristo vi sia ancora chi ritenga di doversi ergere contro uno dei simboli del progresso culturale e civile in Italia e in Umbria. Il dibattito che ormai da decenni anima il territorio nazionale sull’argomento delle Unioni civili ha storicamente visto l’ Umbria come una delle Regioni all’ avanguardia nel dare segnali volti ad adeguare la legislazione italiana a quelle di altri paesi europei, si pensi alla Francia, al Regno Unito, alla Germania, in questo momento più rispettose, ad esempio, dell’ Articolo 9 della carta dei diritti dell’ Unione europea che sancisce come diritto fondamentale della persona quello di “costituire una famiglia”. Lo Statuto umbro, approvato nel Settembre del 2004, è uno degli statuti regionali più esplicitamente favorevoli alle Unioni Civili, in quanto riconosce “i diritti della famiglia e adotta ogni misura idonea a favorire l’ adempimento dei compiti che la Costituzione le affida” mentre nel contempo “tutelà altresì forme di convivenza”. Ecco perché colpisce che proprio in Umbria, e per giunta nel Comune di Gubbio, cittadina negli ultimi decenni foriera di spunti di rinnovamento politico e culturale non trascurabili, il Consiglio comunale approvi un provvedimento come detto sconcertante con cui si abolisce il Registro comunale delle coppie di fatto. Lo sconcerto diventa imbarazzo e profonda amarezza quando si considera che la maggioranza che delibera in tal senso è una maggioranza che prevede Consiglieri eletti nelle fila del Centrosinistra che, ignorando persino autorevolissimi e recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale di impostazione radicalmente opposta, quali ad esempio la sentenza 138/2010, si muove nella stessa direzione a suo tempo intrapresa dal penultimo Governo Berlusconi che vide però ovviamente respinta dalla Corte Costituzionale l’ impugnazione dello Statuto dell’ Umbria.
Molto bene pertanto la posizione assunta in Consiglio dal Consigliere dell’ Italia dei Valori Cappannelli e dagli altri Consiglieri che hanno ritenuto opportuno lottare contro un provvedimento tristemente sbagliato e rispetto al quale è necessario che i Partiti del Centrosinistra eugubino, e non solo, si interroghino e valutino il da farsi.
Massimiliano Gestroemi
foto da qui
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martedì 24 gennaio 2012
Ferma condanna degli atti violenti, ma resta grave l’atteggiamento del CDA di Umbra Acque.
“Condanniamo
fermamente ogni tipo di violenza verso cose o persone”. Con queste
parole i giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano
gli episodi di aggressione avvenuti la scorsa settimana nelle sedi di
Umbra Acque di Perugia e Città di Castello. “Questi atti non sono
giustificabili in ogni caso, in particolar modo quando vengono
diretti contro innocenti dipendenti dell’ente, a cui va tutta la
nostra solidarietà. Le aggressioni al tempo stesso non possono
essere sottovalutate poiché rappresentano il sintomo di un
fortissimo malessere diffuso in tutta l’utenza. L’aumento delle
tariffe, le denunce di non conformità per gli scarichi, l’ipotesi
forse abortita di introdurre una specifica tassa sui pozzi, le
illegali cauzioni e soprattutto il supponente diniego di rispettare
l’esito referendario, non possono che causare sgomento e
irritazione in tutti i consumatori. Irritazione motivata se si pensa
che il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, che dovrebbe
rappresentare la parte pubblica della gestione e quindi i cittadini,
tutela gli interessi e il profitto di ACEA, ovvero il socio
semiprivato, e si oppone strenuamente alla ripubblicizzazione del
servizio. Insomma i cosiddetti rappresentanti del popolo, si
oppongono al rispetto della volontà popolare. Anche pochi giorni fa
per bocca del nostro presidente Antonio Di Pietro – concludono i
giovani idv- il nostro partito ha dichiarato che difenderà l’esito
referendario e l’acqua pubblica dentro e fuori dal parlamento con
ogni mezzo possibile. Per questo continuiamo ad essere pronti a
sostenere ogni iniziativa volta a modificare nella direzione indicata
dalla volontà popolare la gestione del servizio idrico regionale.
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martedì 10 gennaio 2012
Ancora Contro il biglietto piu' caro d'Italia
“L'indagine combinata Asstra e Isfort conferma che il biglietto unico
perugino è il più caro d’Italia. A fronte di questo esborso si registra
l'ennesima riduzione delle corse e della lunghezza dei tragitti. E' ovvio che si
sta sbagliando su tutti i fronti”.
I giovani dell’Italia dei Valori dell’Umbria commentano aspramente la
diffusione degli ultimi dati che attestano Perugia come città più cara per il
trasporto pubblico. “Da mesi denunciamo la miope gestione della mobilità del
capoluogo. Biglietti e abbonamenti troppo esosi, corse tagliate, assenza di
specifici servizi per la popolazione universitaria costituiscono un disincentivo
fortissimo all’utilizzo dei mezzi pubblici. La politica del Comune si dimostra
fallimentare, come peraltro ammette lo stesso assessore Ciccone, il quale
ammette che l’innalzamento delle prezzi non ha provocato nuovi ricavi ma una
perdita dei passeggeri.
Siamo consapevoli - proseguono i giovani dell’Idv- dei
tagli inflitti dal passato governo agli enti locali, tuttavia crediamo che
sarebbe stato opportuno affrontare un tema delicato come quello del trasporto
con maggiore oculatezza. Abolire da subito le corse inutili e aprire il
minimetrò fino a orari notturni, almeno nel fine settimana, alzando il costo del
biglietto a un massimo di un euro e trenta, ma estendendone nel contempo la
durata a novanta minuti, anche in virtù del caro-benzina, avrebbe permesso di
mantenere inalterato se non aumentato il numero degli utenti, a tutto vantaggio
delle nostre tasche e dei nostri polmoni. Speriamo - concludono i giovani Idv -
in un rapido cambio di strategia”.
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domenica 1 gennaio 2012
Umbria Acque non puo' ignorare il volere dei cittadini
Quanto apprendiamo dalla stampa
in merito al pesante indebitamento di Umbra Acque è un segnale che
ci preoccupa e che rafforza la convinzione con cui abbiamo da prima partecipato
alla campagna referendaria e successivamente sostenuto l'azione dei movimenti e
dei comitati nella campagna di obbedienza civile.
Urge, senza ulteriore
esitazione, dare seguito a quanto 27 milioni di italiani hanno chiesto votando
il referendum dello scorso giugno ribadendo la necessità di considerare l'acqua
un bene pubblico che non deve rispondere alle logiche del profitto e del
mercato. Non vorremmo che la presidenza di Umbra Acque, a fronte di un bilancio
2010 che si chiude comunque con un attivo superiore ai due milioni di euro,
punti ad evidenziarne strumentalmente le voci di indebitamento allo scopo di
imporre ai cittadini un ulteriore ed inaccettabile aumento della tariffa. Il
carattere fallimentare della gestione è ampiamente documentato dalle oltre
cinquanta denunce di non
conformità per scarichi dei depuratori collezionate nel corso
del 2011 e francamente crediamo che questo possa essere, da solo, sufficiente a
suggerire al gestore di venire a più miti consigli.
I cittadini
umbri, costretti, come tutti gli italiani, ad accollarsi le spese dei
disastri provocati dal malgoverno Berlusconi non possono sostenere anche i costi
degli errori di chi doveva gestire correttamente un bene pubblico e non per
farne esclusivamente un profitto.
Umbra Acque sostiene che se,
come ha deciso il referendum, si togliesse dalle bollette dell’acqua il 7%
corrispondente alla remunerazione del capitale investito, ciò “avrebbe
effetti potenzialmente dirompenti sull’equilibrio economico-finanziario del
Piano e del gestore. Il C.d.A. sarebbe chiamato a valutare la necessità di
scelte drastiche e dolorose (blocco degli investimenti, riduzione del personale,
etc..)” Ci sembra francamente un ricatto improponibile e ci
auguriamo rimangano voci senza conferma. Inoltre, non solo Umbra
Acque non vuole ridurre le tariffe, accettando l’esito referendario, ma si
propone di fronteggiare la propria situazione di emergenza debitoria rincarando
di un ulteriore cinque percento la tariffa e facendo quindi pagare agli utenti i
risultati della sua cattiva gestione.
L'Italia dei Valori agirà
attraverso gli organismi opportuni in coerenza alle posizioni più
volte espresse a fianco dei cittadini e per la ripubblicizzazione del servizio
idrico, un percorso che inizia già a vantare alcuni esempi virtuosi sul
territorio nazionale, esempi che forse sarebbe opportuno analizzare ed attuare
anche nella nostra regione.
Claudio Santi, Responsabile Dipartimento Ambiente,
Acqua, Energia, Rifiuti
Giorgio Foresti, Responsabile rapporti con i Comitati e
le Associazioni
Matteo Minelli, Coordinatore Dipartimento
Giovani
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